Apologie Paradossali

LA CINA E NOI

COSTANTE PORTATADINO - 18/04/2025

(C) Proviamo un po’ a capire ‘sta Cina.

(S) Ti pare possibile e utile? Non basta registrare un espansionismo economico e una forte militarizzazione che sostengono un crescente successo politico in Asia e in Africa? Trump contrasta la Cina perché deve fare i conti da un lato con i suoi capitalisti digitali che fanno fabbricare in Cina e dall’altro con i suoi operai, maleoccupati e impoveriti dalle delocalizzazioni industriali, che lo hanno votato in massa per farsi risollevare; ma a noi, che ce ne cale?

(C) La Cina mi ha sempre affascinato, molto di più nella fase dei primi contatti con gli europei, che in quella del colonialismo ottocentesco e poi del marxismo. Ma così fu per l’Europa intera. Più era lontana, più era ammirata, sognata, desiderata. E sono convinto che anche oggi possa serbare sotto la crosta del capitalismo di Stato, tinteggiato in rosa-confetto di comunismo, valori umani e culturali nascosti.

(O) Non si può negare che Mao fosse un leader con una visione mondiale persino più spregiudicata di quella di Stalin. Anche quando non aveva i mezzi economici e militari aveva spinto a fondo la sua capacità espansiva in Corea e in Indocina, aveva contrastato l’egemonia ideologica sovietica e quella politica americana. Solo da vecchio si era lasciato scavalcare dall’estremismo della “banda dei quattro”. Eppure c’era stato un momento in cui in Italia il “libretto rosso” era venduto come il pane, spesso regalato (loro lo diffondevano a prezzi irrisori) anche a persone insospettabili, ben fuori dalla cerchia di universitari in eskimo. La Cina ci appariva forse più vicina di adesso. Pensavano di conquistare il mondo con l’ideologia. Oggi invece con l’economia, con le merci a buon mercato, marcate CE, che però vuol dire: China Export.

(S) Già, un’economia un po’ speciale, che pretende di godere dei vantaggi del liberalismo, mentre applica al suo interno regole d’efficienza ferree e utilizza aiuti di Stato per debellare la concorrenza sui mercati esteri più deboli. All’estero, soprattutto nel sud-est asiatico e in Africa offre capitali per realizzare lavori importanti, soprattutto infrastrutture, chiedendo in cambio concessioni minerarie o agricole che sanno sviluppare ben meglio dei locali o degli euro-americani. Si capisce che Trump, anche di fronte alla debolezza (o concupiscenza) degli europei, voglia mettere prima un argine economico, poi uno politico-militare all’espansionismo cinese.

(O) Dubito che i dazi siano il sistema giusto.

(C) Cerchiamo anche di capire le relazioni tra Cina e Chiesa cattolica e in generale il cristianesimo. Molti commentatori, più canonisti che teologi, rimproverano al Vaticano di subire totalmente la volontà cinese nella nomina dei vescovi e conseguentemente nella caratterizzazione del cattolicesimo all’interno di un processo di Sinicizzazione. Questa cosa in sé, se si limitasse alle forme culturali, non sarebbe negativa, anzi fu lo schema perseguito da Matteo Ricci ai primi del seicento e dai suo confratelli e successori per oltre un secolo, mentre fu invece negativa la rigida conformità ai riti occidentali con proibizione dei riti confuciani, alla fine rifiutati da Roma come idolatrici. Quello che si perde, ed è importante, è piuttosto il valore della persona come soggetto di libertà individuale, che non può staccarsi dalla concretezza della vita cristiana, pena ridurla ad un rito consolatorio, troppo facilmente accettabile anche per quel governo.

Espansionismo economico e sinicizzazione sono i due fiumi paralleli e coerenti che vengono fatti oggi fluire intorno al mondo da Pechino; quello geografico-militare arriverà quando i tempi saranno maturi e probabilmente non saranno necessarie ‘operazioni militari speciali’ di conquista, in quanto la proverbiale pazienza cinese consiglierà di aspettare che per esempio Taiwan cada da sola.

(S) Possibile che non ci sia un’alternativa, una diversa speranza? A me le azioni di Trump sembrano controproducenti, compattano interessi e mentalità intorno al governo di Pechino.

(C) C’è una speranza. Dopo la rivoluzione culturale, il collante morale del popolo, sia pure in modo non conclamato, è tornato ad essere il confucianesimo, adattato dal partito in versione un po’ nazionalistica e un po’ egualitaria.  Ma il confucianesimo è pur sempre un umanesimo, forma il buon cittadino, anche per un regime non democratico, ma sa parlare anche al cuore. Rispetto per l’autorità e per i fini comunitari, ma rispetto per la persona. Resta da capire se un po’ di questo confucianesimo nobile è entrato anche nelle spire del partito unico e nei cuori dei capi. Dalle furbe posizioni mostrate in tante vicende internazionali, massimamente l’Ucraina, si dovrebbe dubitare, ma l’anno giubilare e la prossima Pasqua ci impongono la speranza.  Auguri!

(C) Costante    (S) Sebastiano Conformi   (O) Onirio Desti