
Alla domanda come sia possibile che un museo, che pare chiuso in sé stesso e legato ad un periodo di piccole cose di pessimo gusto (per dirla alla Gozzano), possa vivere di luce propria, rispondono i 29 ragazzi del terzo anno del liceo classico Cairoli (classe I A). Essi hanno vestito i panni degli storici di professione consultando fonti ottocentesche, esaminando documenti originali, studiando con attenzione cronache e dati di epoca risorgimentale, presentando infine ai cittadini i frutti della loro ricerca.
Ho quindi applaudito a questa iniziativa tenutasi il 22 maggio scorso al Museo di Villa Mirabello a Varese nell’ambito del progetto di alternanza scuola/lavoro. Anni fa il dirigente dell’area culturale in Comune ebbe a rassicurarmi dicendomi che le divise del Risorgimento conservate presso i musei civici erano ben tenute sotto naftalina. Certo quanto mi veniva comunicato era più confortante piuttosto che sapere di un loro cattivo stato di manutenzione. A ben vedere, però, legare la storia alla naftalina è una prospettiva da aborrire. La storia deve essere presa dai suoi conservatori come una disciplina viva, che deve insegnare ai giovani come affrontare il proprio futuro e come difendere il patrimonio a loro disposizione: specialmente una storia eroica come quella risorgimentale consultabile (non a attraverso il classico manuale scolastico) ma a mezzo di fonti originali.
Sono molto lieto che il Museo di Villa Mirabello abbia titolo per insegnare e che possano così rivivere Cesare Parravicini, Ernesto Cairoli, Francesco Daverio.
Desidero – ho scritto al Preside del Liceo Classico – poter essere avvertito degli appuntamenti futuri e poter partecipare a iniziative analoghe. Gli ho anche chiesto di invitare i rappresentanti degli studenti in Consiglio di Istituto a poter fare affrontare con regolarità i temi riguardanti le necessità del patrimonio ambientale cittadino in assemblee studentesche.
Altra iniziativa del Cairoli (questa volta degli allievi della classe I C) è stata quella di illustrare ai bambini della scuola elementare del Comune di Luvinate il ricco patrimonio ittico del Lago di Varese. Ho applaudito anche a questa idea, che rende sia i docenti che gli scolari capaci di essere custodi del patrimonio locale.
Al Preside ho comunque manifestato il mio dispiacere perché i ragazzi non hanno potuto praticare l’estro della propria capacità dialettica interrogando candidati alla poltrona di Sindaco di Varese come avevo scritto in due articoli nei mesi passati su questo giornale.