Il numero degli assenteisti annunciati per le elezioni di febbraio sta diminuendo. Lo dicono i sondaggi. Sarà perché i cittadini nella richiesta di partecipazione alla competizione loro rivolta dai partiti vedono un’ancora di salvezza e una opportunità di vero cambiamento. Sarà perché l’apertura alla società civile sembra questa volta non nascondere inganni – in caso contrario nessuno salverebbe i rispettivi palazzi dall’assalto della piazza – è un fatto che la politica stia recuperando la faccia.
L’aveva persa del tutto recentemente quando la nazione si è resa conto che a non voler fare sacrifici era solo la costosissima casta dei privilegiati in nome del popolo italiano.
Di questo problema in campagna elettorale non si parla più, tutto viene oscurato dal mostro delle tasse: giusto, giustissimo che si trovino soluzioni nuove, che siano più eque. A chiederlo sono PDL e PD, ovvero i partiti che hanno voluto e avallato il rigore di Mario Monti.
C’è da sperare che dopo sogni e promesse la società civile non venga usata solo come pronto soccorso elettorale: le cure dovranno essere radicali e credibili, tese a rimediare i guasti, a ridare un ruolo genuino alla politica.
Noi varesini voteremo anche per il rinnovo della Regione, dove per tradizione ci facciamo rappresentare qualitativamente bene da tutti i partiti.
La Regione incide profondamente su istituzioni locali e territorio, i nostri rappresentanti mai eludono la realtà con i suoi problemi: il confronto e le opportunità di valutazioni e bilanci sono continui grazie anche all’attenzione critica dei mezzi di comunicazione. Ma non siamo comunque all’Eden della gestione, i tempi duri della grande crisi non lo concedono.
Alla porta di questo rapporto stretto tra comunità e Regione, cioè tra elettori ed eletti, bussano formazioni e candidati nuovi. Del grande sindaco milanese Albertini i varesini si ricordano bene: capace e galantuomo.
Oggi nella Destra, abbastanza disunita quanto la Sinistra, c’è dunque l’offerta civilissima di un uomo del buon governo: a Varese chiede consensi con due ambasciatori che alla città hanno già offerto un prezioso servizio, Giovanni Pierantozzi, l’umanità e il coraggio fatti magistrato, e Ambrogina Zanzi, ovvero la professionalità e la cultura di casa nostra.
Di questi candidati mi piace sottolineare la sensibilità, l’attenzione al momento difficile e quindi la necessità di mettersi a disposizione della città. Più volte abbiamo ricordato che la grande crisi varesina era dovuta anche al fatto che molti professionisti erano fuggiti dalla politica.
Ecco oggi due personaggi di statura notevolissima che si mettono a disposizione in una formazione apolitica guidata da un grande leader. In bocca al lupo e grazie. Grazie anche a tutti gli altri indipendenti che sceglieranno altre liste per servire Varese. Io a una eccellente nazionale bosina ci credo.
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