Nel nostro Paese lo stallo della gestione della cosa pubblica non è una esclusiva delle amministrazioni di centrodestra, anzi si può affermare che tutti i sindaci siano alle prese con seri problemi e lo si deduce dalle proteste massicce, reiterate, della Associazione dei Comuni italiani dopo la chiusura governativa dei rubinetti dei finanziamenti.
Aldilà delle problematiche e delle cause della crisi, che si vorrebbe di origine in gran parte berlusconiana, magari lo fosse, fa sempre notizia un buon sindaco sgarrettato dai suoi estimatori. È il caso di Attilio Fontana, calato nel gradimento dei varesini verso il loro primo cittadino.
Il sondaggio che ha dato questo risultato è attendibile, inoltre non va dimenticato che esso è certamente un modo civile di manifestare il proprio dissenso, di fare il punto della situazione dei conti di casa. Cioè del rispetto dei programmi, della qualità complessiva del governo che ci si è dati: da noi per esempio il pilota è valido, i problemi sembrano arrivare dalla macchina o dai box. Cioè a non funzionare al meglio è la squadra.
Non è la prima volta che da noi la qualità della Giunta sia determinante. Accadde con il primo governo Fumagalli: il sindaco poteva contare su assessori molto preparati, c’erano docenti universitari, il gruppo di lavoro ottenne risultati, offrì sostanza e immagine. Il tutto probabilmente indusse all’errore i vertici leghisti: lo si può evincere dalla ridotta efficienza del più modesto Fumagalli bis. Per la Lega fu una brutta botta, a rialzare le quotazioni del Carroccio in seguito fu proprio Fontana, che in Regione aveva riscosso consensi con una apprezzabile gestione della presidenza del Consiglio, ruolo in passato ricoperto da un altro galantuomo varesino, Sergio Marvelli.
Le elezioni di febbraio potranno essere determinanti per rafforzare o rompere l’asse Lega – PDL.
Anche se a Varese la maggioranza attuale andrà alla naturale scadenza del mandato, è bene ricordare che per Fontana non ci sarà un terzo incarico.
Per i partiti di casa nostra ecco l’occasione di pensare veramente alla qualità del governo di Palazzo Estense.
Ci riflettano anche i varesini: aiutino la politica a stanare i tanti professionisti che saprebbero dare molto, come in passato: lo hanno fatto a lungo e con ottimi risultati.
La partitocrazia deluderà ancora? Il rimedio potrà arrivare proprio dalla società civile che ha equilibrio e buon senso e ha saputo aiutare e supportare personaggi che alla comunità hanno dato molto senza militare in nessun partito.
Conviene già pensare al progetto, lavorarci con calma, serenità, realismo, tenendo conto cioè anche di un possibile riscatto della politica: nel qual caso non sarà mai un lavoro fine a se stesso, dovrà e potrà infatti avere comunque utilità pratica per la collettività.
Di uomini nuovi, apprezzati a livello nazionale, già ce ne sono a Varese. Gli infantilismi di palazzo arrivano addirittura a cacciarli o ignorarli. Ma contro la scarsa intelligenza c’ è’ sempre la fine, efficace medicina: il pedatone elettorale.
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