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Opinioni

GRAVOSE TASSE PER L’AMBIENTE

ARTURO BORTOLUZZI - 11/01/2013

È necessario che i politici si rendano conto di come non abbia scopo fattivo (se non quello di pulire la coscienza di chi amministra) limitare ai confini urbani le iniziative volte a controllare l’inquinamento atmosferico. Queste vanno assunte a livello di area omogenea. Pensavo che gli amministratori del Comune di Varese avessero fatto proprio il monito che è fornito in maniera inequivocabile dall’esperienza. Ho qualche dubbio che spero venga eliminato da fatti concreti.

Il Comune di Varese, quale capoluogo, aveva istituito meritoriamente una Commissione intercomunale di cui fa parte anche la società civile interessata. La commissione ha il compito di stabilire, proprio a livello di area, quali siano le iniziative da promuoversi per principiare la risoluzione delle diverse cause che possono scatenare l’inquinamento consistente dell’area varesina. La commissione avrebbe soprattutto la ragione di informare gli amministrati sui rischi per la salute che possono essere indotti dall’inquinamento e sui comportamenti che è necessario che gli stessi adottino (negli usi responsabili dell’automobile privata come del riscaldamento, e così via).

La Commissione oggi non viene convocata come dovrebbe, per poter rendere un servizio, e senza gettoni di presenza. Ho scritto così al Prefetto di Varese e per conoscenza all’Assessore alla tutela ambientale del Comune di Varese in virtù della rappresentatività della sua carica per fargli presente come la centralina di Via Copelli a Varese abbia segnalato, per la prima volta nell’anno, un supero della soglia consentita a livello europeo della presenza nell’atmosfera di Pm 10. Gli abbiamo pure fatto presente come chi l’ha preceduto nella medesima carica avesse dato un aiuto fondamentale, e per la formazione della Commissione comunale per contrastare le polveri sottili a livello di area e anche per la sua regolare convocazione.

Ha assunto la guida scientifica della detta Commissione la competente Asl che con Arpa Varese hanno formulato un documento programmatico. Questo ha bisogno di tempo e di una costante discussione per essere attuato. Asl e Arpa hanno chiesto che il documento redatto venisse approvato dai consigli dei Comuni che siedono al tavolo della Commissione. Doveva infatti essere avviata una fase bottom up che doveva – e deve – essere considerata come essenziale per la buona riuscita dell’iniziativa. Cosa pienamente condivisibile.

Di dare seguito a questa istanza dal punto di vista operativo si era fatto carico il Comune di Varese. Ebbene, da allora, e parlo di un termine anteriore all’estate 2012, non si è saputo più niente.

Faccio presente questo in virtù del fatto che sono presidente pro tempore dell’associazione ambientalista Amici della terra Varese (che tra l’altro ha proposto proprio la nascita della Commissione) che ha partecipato quando convocata alle riunioni della Commissione, in cui crede fermamente.

Non sto a risottolineare quanto sia importante socialmente che a Varese si sia attivata un’iniziativa di questo tipo e che gli amministratori comunali possano lavorare, a gomito a gomito sia con le istituzioni confinanti con il capoluogo sia con gli stakeholders, promuovendo l’assunzione di provvedimenti partecipati ed estesi a tutela degli interessi collettivi superiori.

L’inquinamento atmosferico, come è stato provato da Arpa Lombardia attraverso gli studi del Centro ricerche di Ispra, è causa di malattie all’apparato respiratorio e anche di tumori che oltre ad avere una rilevanza personale, provocano danni anche sociali. Il fatto che detta Commissione non lavori costantemente, la rende un orpello incapace di promuovere e financo di dibattere qualsivoglia iniziativa.

Sono certo che una chiara esternazione prefettizia che richiami all’opera congiunta il territorio nelle sue varie espressioni (così è stato in passato) possa costituire uno stimolo essenziale perché i rappresentanti delle istituzioni dell’area varesina sia amministrative sia di controllo, e quelli del terzo settore, abbiano a riunirsi e contribuire assieme alla risoluzione di un problema che, come più volte detto da esperti internazionali in materia di inquinamento, deve e può essere combattuto con profitto.

La Commissione tra più enti di diversa natura può stabilire iniziative educative valide e continue che le istituzioni potranno fare proprie nell’interesse generale. Le domeniche ecologiche da sole (e solo su base comunale) penso proprio che non possano condurci a un medesimo risultato.

Ho chiesto anche al Prefetto di verificare cortesemente le conseguenze della sentenza della corte di giustizia della Ue che ha recentemente sancito che la normativa sulle polveri sottili non sia stata rispettata dall’Italia, infliggendo sanzioni anche pecuniarie. L’Italia, viene stabilito, ha violato la normativa europea sulle polveri sottili negli anni 2006 e 2007: è quanto conclude la Corte di giustizia della Ue accogliendo il ricorso della Commissione europea che nel 2009 aveva messo il nostro Paese in guardia sulla qualità dell’aria. La Corte ha respinto invece il ricorso per gli anni 2005 e per il periodo successivo al 2007, in quanto non vi sono informazioni sufficienti per determinare la violazione.

La Commissione aveva rilevato il superamento dei valori limite per un lungo periodo e in numerose zone e, nel 2009, aveva inviato al nostro governo una lettera di diffida che indicava 55 zone e agglomerati italiani nei quali i limiti giornalieri e annui erano stati superati nel 2006 e 2007.

L’Italia ha ammesso il superamento dei “valori tetto”, ma ha fatto valere che essi non potevano essere rispettati a causa della complessità del fenomeno di formazione delle particelle pm10, dell’influenza della meteorologia sulle concentrazioni atmosferiche delle polveri, dell’insufficiente conoscenza tecnica del fenomeno della loro formazione e del fatto che le varie politiche dell’Unione europea per ridurre i precursori delle particelle non avevano prodotto i risultati attesi. Tutti argomenti che per i giudici Ue non sono però risultati validi a giustificare l’inadempienza alle norme comunitarie.

Tornando alle multe vorrei infine sapere dall’autorevole voce prefettizia chi debba pagare e quanto; gli abitanti della nazione ovvero solo quelli dei territori – tra cui pare essere Varese – dove si è verificato un numero di supero delle soglie (se annuale) dalla normativa europea.

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