Sono quarantacinque i castelli che punteggiano un vasto e preciso territorio compreso tra Pavia, Bellinzona e Domodossola: sono le residenze nobiliari della casata Visconti, una prolifera stirpe che si affermò in Lombardia fra la metà del milleduecento e il millequattrocento, esercitando un grande influsso politico ed economico sulle vicende dell’antico ducato. Il compito di riportare nella giusta luce le relazioni intercorrenti tra questi luoghi di potere, con un viaggio a ritroso nel tempo, è stato affidato al progetto transfrontaliero “Castelli del Ducato”, realizzato dal comune di Somma Lombardo per il Varesotto e dal ticinese Ente Turismo di Bellinzona.
Queste imponenti residenze signorili, a metà tra fortezze e ville di delizia, erano disseminate in posizioni strategiche sulle vie di collegamento tra le grandi pianure nordeuropee e la pianura padana, a ridosso quindi dei rilievi prealpini collinari e montuosi, oppure a presidio dei relativi valichi. Somma Lombardo, Cassano Magnago, Fagnano Olona, Cislago, Jerago, Albizzate, Castelletto, Angera, Azzate, Besozzo, Masnago, Castiglione, Venegono, Tradate… “A guardarli dall’alto – dice il sindaco di Somma Guido Colombo – è facile comprendere perché i Visconti scelsero di consolidare il proprio potere in quest’area, trascurando la presenza in città all’epoca anche più importanti come Legnano, Busto Arsizio o Gallarate. I Visconti padroneggiavano la possibilità stessa della comunicazione all’interno del ducato milanese.”
La chiave del successo dei Visconti era senz’altro una conoscenza molto precisa del territorio, della sua conformazione idrogeologica, dalle alture alle possibili vie d’acqua, e delle opportunità agroproduttive. Disponevano inoltre di avanzate tecniche costruttive che sfruttavano i materiali locali a seconda della dislocazione: rocce in montagna, sassi in collina o semplice sabbia da terracotta in pianura; le strutture comprendevano di norma elementi di architettura militare, rocche, torri, mura, accompagnati da piccoli borghi funzionali e chiesette per i contadini. Profondamente collegata alla identità del territorio era la natura stessa del potere visconteo, intrecciata a varie riprese con i destini del ducato di Milano. Sono pagine di storia che trasudano autonomia in ogni rigo: ai Visconti il potere non era concesso tramite meccanismo feudale, ma era considerato autonomo di per sé e consentiva di ripartire e investire all’interno del casato le ricchezze prodotte, anziché devolverle in gabelle ducali.
A distanza di novecento anni sono ancora attuali i motivi culturali che ci stimolano a riscoprire questi antichi castelli dal dna visconteo, oggi in gran parte privati ma disponibili per le visite. Anche per noi che abitiamo qui, come virtuali discendenti dell’antico casato, è possibile dare importanza non solo all’attività lavorativa e agli interessi economici, ma anche ai cosiddetti “svaghi” (per dirla con un termine visconteo): godere della natura conoscendone gli aspetti più belli, forse unici al mondo, praticare attività all’aria aperta come passeggiate e gite in barca, degustare le tante eccellenze gastronomiche locali, frequentare eventi musicali nelle corti e nelle sale castellane di rappresentanza, approfondire la conoscenza delle arti espressive, intensificare scambi con ospiti stranieri, abbattendo ogni barriera linguistica e culturale.
Grazie al finanziamento Interreg il progetto ha dato origine a una bellissima guida tradotta in quattro lingue (da richiedere a IAT Varese o Agenzia del turismo) e prevede eventi speciali gratuiti fino a tutto il 2013, inoltre è stata creata anche una utilissima App anch’essa gratuita che lega l’itinerario di dodici castelli a oltre quaranta residenze storiche del Varesotto, con mappe, storia, riferimenti interattivi utili nel territorio, tutto a portata di click.
Il progetto “Castelli del Ducato” è sul web
APP per la versione iOs Apple (Iphone)
APP per la versione Android
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