Era in corso la tombolata al Cenone dell’amicizia e della solidarietà, organizzato da alcuni cittadini a Varese la sera del 31 dicembre. Mi sono avvicinata a Bruno, una storica e saggia presenza alla mensa di via Luini, chiedendogli se non avesse ancora vinto niente, dal momento che, rispetto ad altri, non aveva fianco a sé una pila di golf, sciarpe, scarpe… che altri invece potevano vantare.
Bruno, il misurato e riflessivo Bruno, coi suoi capelli bianchi in stile hippie e il cappellino perennemente in testa, mi ha risposto che lui aveva già vinto e tanto: “Se te vöret püssée d’insci’? Siamo qui assieme, in tanti, al caldo, con una ottima cena e attorno tanti amici…”. Accanto a lui Platone, raffinato dispensatore di garbata signorilità e pensieri capaci di oltrepassare la fatica del contingente. Platone che l’anno scorso, di questi tempi, era in ospedale per un serio intervento che gli ha lasciato lo strascico di un parlare sommesso… ma stavolta era lì, al tavolo dei più anziani amici della mensa di via Luini e, ogni volta che gli passavo accanto, mi prendeva le mani, le baciava e sussurrava col labiale parole di ringraziamento.
Come ogni anno, al momento del conto alla rovescia fatto assieme e quando si tratta di annunciare l’inizio del nuovo anno, mi si è fermata la voce in gola e, guardando attorno a me, ho pensato commossa come sia bella la vita e come possa essere bella questa nostra città. Si, anche la nostra Varese, che con un evento di grande essenzialità, ha saputo raccogliere persone da ogni parte della provincia e dal Milanese. Ci si è conosciuti lì, tra quei tavoli da allestire, i vestiti e gli oggetti della tombola da preparare: ognuno con la propria storia e le proprie ragioni per dire di sì alla proposta di questa fine d’anno all’insegna dell’amicizia e della solidarietà.
I tavoli erano splendidi, allestiti con amore con grande attenzione nei confronti di chi vi si sarebbe seduto attorno. I premi della tombola selezionati con un garbo e una cura tali da essere molto di più di un semplice dono della fortuna. Le portate tante e predisposte da Salvo e Jolanda con una accuratezza estrema, perché fossero a loro volta un dono quelle tante vivande del cenone. Patrizia e Valeria, Luciano, Lillo e Livio mi hanno affiancata con il supporto grande dell’amicizia e della volontà di essere accanto a tutti, sena distinzioni.
Nel tempo di preparazione dell’abituale evento grande è stata la solidarietà dei commercianti e di singoli cittadini (COOP, Panificatori della provincia di Varese, Lancini, Bellorini, Dell’Ova, Claudio Rossi, Cantù, Bulgheroni, Zamberletti, Nunzio Marmorea, Livio Ghiringhelli, Alfredo Raviola…)
E soprattutto la bellezza di questo ultimo dell’anno sono state le tante chiamate di persone che, avendone avuto notizia dai mezzi di informazione che desidero ringraziare, si sono dichiarate disponibili per dare una mano o, anche solo domandando di potere essere con noi, hanno scelto di dare a Varese il volto della solidarietà e dell’apertura. Non serve intuire o sapere a quante solitudini, più o meno manifeste, questa serata assieme abbia dato risposte. È stata una splendida ulteriore occasione per unire donne uomini che non si erano mai incontrati o si conoscevano magari di sfuggita. Ora si riconosceranno quando si troveranno per le strade della nostra città o per quelle più variegate della vita. Il contributo di tutti, che sia stato anche solo quello di esserci, è stato importante. Ognuno ha messo in gioco un pezzo di cuore che ha segnato, in qualche modo, altre vite e altre storie.
È bella questa Varese aperta, solidale, promiscua, semplice e serena.
È la nostra città, quella città di cui ci piace sentirci orgogliosi.
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