Cadono le foglie d’autunno ma, qualche volta cadono anche i pali. Quelli dell’illuminazione notturna della pista dell’ippodromo delle Bettole: due, per la precisione, che, insieme alla necessità di interventi ad altre attrezzature, hanno consigliato la chiusura anticipata della stagione ippica varesina.
Stop a fine novembre, quindi, con soppressione della così detta riunione invernale e conseguente ripresa a marzo. Salvo imprevisti che nell’ippica italiana danno luogo ad un ordine del giorno di pressoché ordinaria amministrazione. Chiusura per restauri la cui necessità non manca certo. Mancano, invece, per il momento almeno, i quattrini per provvedere ma, al riguardo si continua a sperare – tra la caduta di un tendone e quella di qualche palo – nella provvidenza. Quella a quattro zampe soprattutto sotto forma di interventi a favore dell’ippica la cui crisi ha assunto un ritmo di galoppo tale da poter lasciare a parecchie lunghezze anche un Ribot formato Arc de Triomphe. E per la verità per allargare il campo anche di un tempo ben migliore a quello di un Varenne in massima forma.
Intanto la presenza – sotto il profilo economico e non – degli eventi ippici predisposti rimane nella più ampia latitanza visto si è arrivati addirittura ad una forma di insolvenza (si spera temporanea) da parte dell’Unire che, almeno al momento, non fa pervenire neppure i soldi relativi ai premi delle corse già disputate con tanto di proprietari, allenatori e fantini a credito se non si preferisce dire all’asciutto.
E tutto questo mentre, nel resto d’Europa e soprattutto nelle zone di particolare apprezzamento dell’ippica (Francia ed Inghilterra), si continua a correre con grande appoggio di pubblico e di mezzi.
Gli assetti societari rimangono, comunque, di pretta spettanza della Varesina che dovrà – si diceva- provvedere a qualche ritocco agli impianti mentre ha già dato luogo ad alcune modifiche nel campo tecnico-contabile. Così al dottor Giorgio Tosi – sin’ora apprezzatissimo collaboratore della società ricoprendo la carica di segretario – competeranno – ferma la segreteria – anche incarichi contabili e di organizzazione generale.
Nulla di nuovo, invece, relativamente al tanto discusso problema dello spostamento dei cavalli in allenamento dalle scuderie Olona a Caravate. Al riguardo non è difficile individuare le ragioni della tregua nel momento di crisi che, certamente, non può favorire lo svilupparsi di programmi di intervento edilizio (che erano ampiamente affiorati) per un verso e, per l’altro verso, nel persistere di parere negativo di allenatori e proprietari al dirottamento su Caravate e ciò -così si sostiene – non solo per ragioni di scomodità rispetto all’ubicazione attuale ma anche perché il centro di Caravate necessità – almeno nella parte più vetusta (ex Tavazzani) – di una completa ristrutturazione.
Di positivo – alle Bettole – il numero sempre apprezzabile dei partenti in ogni singola corsa con particolari presenze dei soggetti in permanenza alle scuderie Olona. E ciò in netta controtendenza al diminuito numero delle scuderie e, quindi, dei soggetti in allenamento, in tuta Italia chiaro sintomo della crisi generale.
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