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Politica

DUE DOMANDE SU BERLUSCONI A PROPOSITO D’AFFIDABILITÀ

CAMILLO MASSIMO FIORI - 30/11/2012

Il 15 Ottobre 2012 una banda di “balordi” ha sequestrato, nella sua abitazione, il ragioniere Giuseppe Spinelli, contabile di Silvio Berlusconi, e la moglie Anna. I malfattori hanno chiesto 35 milioni di euro in cambio di documenti che, a loro dire, avrebbero potuto ribaltare la sentenza sul “lodo Mondadori”, consentendo al Cavaliere di recuperare i 564,2 milioni versati come risarcimento a Carlo De Benedetti.

Dopo una serie di consultazioni telefoniche con Arcore la coppia viene rilasciata e sparisce dal suo domicilio; la denuncia dei fatti alla Procura è presentata trenta ore dopo. I 35 milioni non sono stati pagati ed è anche dubbio che siano stati versati 8 milioni per il riscatto. Le indagini sono in corso.

L’episodio di cronaca appartiene alla sfera privata del noto uomo politico ma si lega ad altri numerosi episodi precedenti, altrettanto sconcertanti: la festa a Casoria per la diciottenne Noemi; l’appuntamento con la escort Patrizia D’Addario presentata al premier dal faccendiere Gianni Tarantino; i “bunga bunga” con Lele Mora; l’igienista dentale Nicola Minetti eletta nel Consiglio Regionale della Lombardia; la finta nipote di Mubarak; il caso Lavitola, per non parlare delle molteplici vicende giudiziarie, da alcune delle quali Berlusconi è stato assolto, da altre è rimasto indenne per prescrizione, nell’ultima ha ricevuto una condanna in primo grado.

Sin dagli anni Settanta l’imprenditore televisivo è stato vittima di tentativi di ricatti ed estorsione, tant’è che il suo collaboratore Marcello Dell’Utri gli presentò l’uomo di “Cosa nostra”, Vittorio Mangano, perché lo difendesse da eventuali sequestri di persona. Sono troppe le vicende personali legate all’uomo pubblico che non si possono liquidare con la battuta che “ciascuno a letto fa quel che vuole e la politica deve essere separata dalla vita privata”.

Le cattive frequentazioni di Berlusconi pongono infatti due domande. La prima: che bisogno ha un uomo ricco, potente, celebre, di divertirsi con gente che qualunque persona perbene avrebbe difficoltà a portarsi in casa? La seconda: quale affidabilità può offrire un leader che senza molti scrupoli, anzi con ostentazione, bazzica in ambienti così poco raccomandabili ?

Silvio Berlusconi, alla luce di questi fatti, appare prigioniero di una rete di rapporti e di relazioni che lo hanno coinvolto per lungo tempo sino al punto di essere ricattato da una banda criminale.

Il nocciolo della questione non è tanto o soltanto la moralità del personaggio, ma l’affidabilità dell’uomo pubblico. È nota la presa di distanza di molti leader politici mondiali dal nostro Paese perché non volevano avere rapporti con il premier: il danno derivato all’Italia è enorme.

Eppure non è escluso che Berlusconi torni ad essere candidato per le prossime elezioni, trovando ancora un buon numero di italiani pronti a sostenerlo. Ma che Paese è quello in cui gli elettori si affidano all’uomo di successo senza prendere in considerazione le sue idee, i suoi principi, i valori da cui è ispirato?

La politica non è soltanto un’attività di gestione dell’esistente, come quella degli amministratori di condominio, è un compito impegnativo per costruire il bene comune, non insieme di beni materiali, ma un assetto sociale dove è possibile una vita autenticamente umana; un ordine sorretto da un sistema etico che presenta esempio virtuosi in modo da educare il popolo alla democrazia responsabile.

Ma se il Parlamento è composto da uomini brillanti, che sanno parlare ma non realizzare, da personaggi di scarsa competenza, da persone di dubbia moralità inquisiti dalla magistratura, che speranza c’è che si possa realizzare una società più giusta?

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