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Cultura

BREZZA CARAVAGGESCA SUI LAGHI

ROSALBA FERRERO - 23/11/2012

Il “Cristo deriso” di Giovanni Serodine

Con il titolo Serodine e la brezza caravaggesca sulla ‘Regione dei Laghi’, la Pinacoteca Züst di Rancate  propone fino al 13  gennaio 2013 un’attenta retrospettiva dell’artista, affiancata da dipinti di altri autori da Guercino a Tanzio da Varallo a Orazio Gentileschi, che rappresentano una voce del Naturalismo lombardo di primo seicento.

La mostra, di sicuro interesse, curata  da Roberto Contini e di Laura Damiani Cabrini, con la collaborazione di Simona Capelli, frutto di attenta ricerca, si inserisce nel percorso di studio e valorizzazione dell’arte del territorio intrapreso da Mariangela Agliati Ruggia, direttrice del museo, insieme ad Alessandra Brambilla

E’ esposta l’intera produzione ticinese di Giovanni Serodine: un cospicuo nucleo di opere autografe, alcune inedite provenienti dai musei e da alcune importanti collezioni private e dalla Parrocchiale di Ascona, fatta eccezione per ‘L’incoronazione della Vergine’ inamovibile; alcune  tele quali ‘La Vergine dei Mercedari’ , il  ‘Ritratto di un giovane disegnatore’  e il ‘San Pietro in meditazione’ sono di proprietà della Pinacoteca da tempo, altre sono di recente acquisizione e fanno di Rancate un vero ‘centro serodiniano’ che spinge ad approfondire la conoscenza del maestro, uno dei ‘grandi di tutti i tempi’.

Molti particolari della vita del pittore sono ancora oggetto di indagine, perché le documentazioni in nostro possesso non consentono una ricostruzione storica definitiva: la data di nascita viene collocata nel 1594 o nel 1600, il luogo ad Ascona, ‘terra d’origine della famiglia’ o a Roma, ove visse il padre  tra il cinque e il seicento; sicura è la data di morte, avvenuta nel 1630, e la presenza a Roma dove lavorò col fratello  Giovanni Battista, scultore e stuccatore; documenti indicano che fu oggetto di varie committenze: nel 1626 era presente nei libri dei pagamenti per l’esecuzione di un ciclo di affreschi dell’abside di Santa Maria della Concezione in Spoleto, e per  dei fregi, andati perduti, a Palazzo Borghese a Roma.

 Dopo la morte cadde nell’oblio; nel 1891 una sua tela fu indicata come opera di ‘un pittore di scuola veneziana…nome nuovo pressoché a tutti’; la ‘riscoperta artistica’ avvenne negli anni cinquanta da parte di Roberto Longhi che lo definì ‘uno dei massimi rappresentanti del movimento caravaggesco, al livello di Rembrandt e Soutine’, ‘il più forte pittore del Canton Ticino e uno dei maggiori del Seicento italiano’ ‘uno dei più importanti pittori della storia dell’arte in Italia’.

La sua formazione avvenne a Roma ove ebbe agio di conoscere Caravaggio e Borgianni,  Guercino e Saraceni,  e i maestri olandesi Ter Brugghen e van Honthorst fondamentali per la sua scelta del luminismo come linguaggio espressivo, che elaborò in modo personale orientandosi verso un  realismo che si sposa con un personale gusto per i particolari, con la tridimensionalità plastica delle figure. Lo stile è caratterizzato da una forte tendenza naturalistica: con pennellate dense e veloci dispone un colore spesso e pastoso.

I personaggi dei suoi quadri trovano spazio in una dimensione che non è disegnata razionalmente, ma è suggerita da piani di luce, sono avvolti in vesti svolazzanti, veri  fasti sartoriali; lo sfondo è un ambiente  piatto, ‘buio’ funzionale solo all’emergere dei protagonisti; luci ed ombre plasmano le figure, determinano ambienti e situazioni.

La pittura permeata dalla luce crea atmosfere di forte intensità emozionale: nel ‘Cristo deriso’ come nel ‘Cristo tra i dottori’ o nel  ‘San Pietro in carcere’ i corpi si stagliano nel buio della scena e paiono proiettati verso lo spettatore in un drammatico e intenso immobilismo che ne sottolinea la plasticità; i volti interlocutori e drammatici sono disegnati dalla luce; ne ‘La Chiamata dei figli di Zebedeo’ e ne  ‘l’Invito a Emmaus’ dipinti per la chiesa di Ascona, ancora la luce plasma la materia plastica, che è fortemente costruttiva: il tratto è sicuro, il colore spesso e pastoso, le pennellate dense e veloci.

Accompagna la mostra un catalogo curato da  Roberto Contini e Laura Damiani Cabrini, con la collaborazione di Simona Capelli, ricco e preciso con schede descrittive che sono delle vere e proprie monografie, edito da Silvana Editoriale.

Giovanni Serodine e la brezza della ‘Regione dei laghi’
dal 14 ottobre 2012 al 13 gennaio 2013

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst

Rancate  Canton Ticino  Svizzera
Tel. +41 (0)91 816 47 91; decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
ORARI

da martedì a venerdì: 09-12 / 14-18
Sabato, Domenica e festivi: 10-12 / 14-18.
Visite guidate su prenotazione anche fuori orario

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