Top player. Termine che va di moda e che – più o meno – starebbe ad indicare l’uomo – possibilmente d’area – che conclude a rete: insomma il goleador di una volta.
Nello specifico si va ripetendo, ora, con una certa insistenza, che la Juve dovrebbe cercare sul mercato questo semi fantomatico “top player” che poi, nella sostanza, altri non è che uno che manda la palla in fondo al sacco.
Relativamente alla compagine campione d’Italia lo si va ripetendo soprattutto dopo il pareggio interno con la Lazio come se il fatto costituisse reato.
V’è da chiedersi se questo “verbo” di quasi evangelica estrazione o, per lo meno, ritenuto tale possa trovare spazio ancorché si tenga in considerazione quella sorta di bombardamento messo in atto dai bianco-neri contro la porta difesa, in maniera a dir poco superba, da un Marchetti letteralmente insuperabile. Un bombardamento fatto di tiri precisi da distanza ravvicinata come da lontano destinati ad un bersaglio sicuro davanti al quale – però- si è trovato uno scudo assolutamente inviolabile.
Neppure può nuocere ricordare che la grande pressione dell’attacco bianconero ha potuto arrivare al tiro finale nonostante la Lazio fosse schierata in ostinata ed ermetica difesa. Il che, ovviamente, non può che aggiungere lode alla qualità anche in fase conclusiva dell’attacco iuventino. Deriva come considerazione finale e decisiva che la manovra offensiva bianconera si presenti, senza dubbio, più che valida nel suo attuale assetto contro ogni teoria che depone per la necessità di rinforzo di sorta.
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Chi, invece, dovrebbe riflettere parecchio sul concetto di top player è il Napoli che di un elemento come tale definibile sicuramente già dispone senza fatica identificabilissimo in Cavani. Il giocatore, cioè senza la presenza del quale la squadra partenopea non sarebbe riuscita (e non riuscirebbe) a finalizzare la sua pur ottima manovra.
Così stando le cose toccherà alla società non prestare orecchio (pur con comprensibile difficoltà) alle cifre di una valutazione favolosa (si parla di circa 160 milioni) di cui sarebbe stato fatto oggetto il giocatore.
Il canto delle sirene ha sempre avuto fascino grande sì che ascoltandolo l’incantesimo che ne può derivare sarebbe cosa fatta. Dissolvendo, comunque, la validità di una squadra.
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