Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

REGIONI DA DIMEZZARE

GIUSEPPE ADAMOLI - 23/11/2012

Il voto congiunto per il Parlamento e per la Lombardia finirà per oscurare il profilo istituzionale e i contenuti politici e programmatici della nostra Regione. È un vero peccato che questo avvenga alla vigilia di un più che possibile cambiamento politico e dopo diciassette anni di dominio formigoniano che andrebbe valutato con molta attenzione critica ma senza pregiudizi.

C’è però almeno un grande tema che intreccia entrambe le campagne elettorali. È la revisione del sistema regionale, non più rinviabile. Non si tratta soltanto di abolire i privilegi finanziari delle cinque Regioni a statuto speciale. Si tratta di ben altro.

Venti Regioni sono troppe. Ormai è chiaro che si dovrebbe puntare a dimezzarle. Dieci o dodici sarebbero più che sufficienti considerato che la riforma costituzionale del 2001 ha aumentato enormemente le loro competenze e le loro funzioni. Questa riforma, approvata con referendum popolare, era stata voluta dal centrosinistra undici anni fa nel momento dell’ubriacatura federalista quando molti, anche a sinistra, pensavano che il federalismo sarebbe stata la giusta terapia per le inefficienze pubbliche (e pensavano, sbagliando, che avrebbe prosciugato l’acqua che abbeverava il consenso della Lega).

I difetti di quella riforma sono oggi facilmente enunciabili. Il più importante riguarda la competenza legislativa generale che spetta alle Regioni (art. 117), mentre sono fissate tassativamente le materie nelle quali lo Stato ha legislazione esclusiva: moneta e finanza, politica estera, difesa e ordine pubblico e alcune altre grandi funzioni nazionali.

Per mettere le Regioni sullo stesso piano dello Stato era stato erroneamente tolto il principio dell’interesse generale come limite alle leggi regionali. In questo modo si è dato impulso al “neo centralismo regionale” che anche in Lombardia ha mortificato i Comuni, da sempre l’ossatura istituzionale dell’Italia.

Troppe infine sono le competenze miste Stato-Regione che hanno creato sovrapposizioni e confusioni facendo aumentare a dismisura le controversie davanti alla Corte costituzionale.

Se queste sono le anomalie di quella riforma, non v’è dubbio che molti sono gli aspetti positivi che vanno mantenuti tutelando il decentramento dello Stato e l’autonomia delle Regioni. Chi vuole il ritorno al vecchio centralismo statale denuncia il fatto che la spesa regionale è aumentata di novanta miliardi in dieci anni. Sì, ma le Regioni hanno svolto funzioni e servizi che prima erano assolti, spesso assai peggio, dai ministeri e da enti statali.

Invece di riaccentrare poteri e competenze, lo Stato si preoccupi piuttosto di fissare i costi standard di beni e servizi per tutte le istituzioni, comprese le sue stesse strutture. E la Lombardia si ricordi sempre che i suoi momenti più belli li ha vissuti quando ha svolto con lungimiranza e impegno un ruolo nazionale da tutti riconosciuto.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login