Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

ARSENICO E VECCHI ABITI

SERGIO REDAELLI - 16/11/2012

Teatro, che passione! Al punto di aspettare fino all’ultimo istante, con il cuore in gola, l’autorizzazione ad andare in scena. E che stress! È accaduto al concorso “Il Corollario”, terza edizione, che si è tenuto in quattro serate al cine-teatro parrocchiale San Giorgio a Bisuschio nel mese di ottobre (la premiazione il 9 novembre) per i vent’anni della compagnia degli Instabili. In scena, a rotazione, quattro formazioni della Valceresio. Una di esse, Il Portico degli Amici di Induno Olona, presentava la commedia brillante “Arsenico e vecchi merletti” di Joseph Kesselring, un classico allestito per la prima volta a Broadway negli anni Quaranta, un vecchio cavallo di battaglia della compagnia indunese che vinse il primo premio, con una memorabile interpretazione, al concorso della Federazione degli oratori Milanesi nel lontano 1996. Tutto molto professionale. Recitazione in italiano senza stravolgere una battuta del testo originale, scenografia fatta in casa, costumi cuciti in casa dalle mogli degli attori, spese ridotte all’osso.

Qui viene il bello. Qualche giorno prima di andare in scena, emerge un problema inaspettato: l’opera non si può rappresentare. I diritti di “Arsenico e vecchi merletti” sono stati acquistati dalla Compagnia Torino Spettacoli e sono validi per tutta l’Italia fino al 2013. Per metterla in scena bisogna chiedere la liberatoria. Per fortuna la compagnia torinese si mostra molto cortese e concede il permesso. Ma i guai non sono finiti. Ci sono gli adempimenti di legge nei confronti della Siae e bisogna passare da un’agenzia di Roma per avere il nulla-osta degli eredi di Kesselring, l’autore. L’ok tarda ad arrivare, i giorni passano, la rappresentazione è in cartellone sabato 27 ottobre e l’ansia cresce. Finchè, giovedì 25, proprio in extremis, arriva il via libera. Ora finalmente gli attori possono indossare gli abiti… casalinghi e sollevare il sipario. Forse con pizzico di rabbiosa determinazione in più.

E i risultati si vedono. Al termine del concorso – un piccolo Oscar nostrano del teatro – è proprio Il Portico degli Amici di Induno (www.ilporticodegliamici.com) a ricevere i maggiori consensi. Vince, infatti, il premio per la migliore attrice protagonista con Margherita Dalla Bona nei panni “letali” della terribile zietta Marta, per il miglior attore protagonista (Andrea De Vitto che interpreta Mortimer), per la migliore regia (Carlo Riva) e la migliore rappresentazione teatrale. Ai concorrenti, restano solo le briciole (si fa per dire). Migliore attrice non protagonista è Bruna Corna della compagnia Tutti in Scena di Cantello che ha presentato la commedia comico-brillante in tre atti di Rino Silveri “I scalmann dala sciura Giulia”, miglior attore non protagonista Daniele Resteghini dei Quattro Venti di Arcisate con due atti di Roberto Zago “Succed a Porta Volta” e migliore attrice emergente Sabrina Zecchini degli Instabili di Bisuschio con la piéce di Franco Roberto “Sposerò la vedova allegra”, che conquista anche il premio per il gradimento del pubblico.

Resta da dire che, fuori concorso, si è esibita la compagnia Giubianese “Angelo Galli” con la commedia brillante in tre atti di Franco Roberto “Cerco mio sosia anche usato”. Che dire? Complimenti alla vitalità del teatro valceresino. “In effetti, la passione del palcoscenico qui è ancora molto forte, una punta di diamante nel Varesotto – spiega il regista Carlo Riva che dirige Il Portico degli Amici dal 1990 –. Ogni paese ha la propria compagnia, alcune sono antiche, altre giovani. Cuasso non ha partecipato e quella di Saltrio, specializzata in opere di Eduardo De Filippo, si è sciolta due anni fa. A Induno abbiamo fan che ci seguono in tournée nelle valli e il glorioso teatrino parrocchiale da 150 posti ha da poco compiuto il primo secolo di vita. Fu fondato nel 1907 da monsignor Gerolamo Comi, prelato indunese benefattore dell’ospedale di Luino. Non viviamo di teatro ma ci divertiamo a farlo, tutto a titolo volontaristico, con la benedizione delle parrocchie riunite nella Comunità San Carlo Borromeo. Chiedi e ti sarà dato. Ci autofinanziamo e tutti abbiamo imparato a cucire”.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login