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Attualità

LA FUNICOLARE PENALIZZATA DA AUTO E FUTURI PARCHEGGI

CESARE CHIERICATI - 16/11/2012

La stazione di arrivo della funicolare (da http://www.varesefunicolari.org)

Dodici anni di conti in rosso consecutivi (2000 –2012) hanno riacceso i riflettori sulla funicolare del Sacro Monte di Varese ripristinata dopo quasi un cinquantennio di abbandono dalla Giunta comunale presieduta dal sindaco leghista Aldo Fumagalli. Un cumulo di passivi ripianati costantemente dal gestore AVT che riesce comunque a mantenere in equilibrio i suoi conti. Tuttavia si tratta di una situazione che non potrà andare avanti all’infinito e che è anche il frutto di una serie di scelte che fin dai primi anni di funzionamento si sono dimostrate insufficienti se non addirittura completamente sbagliate.

Opportunamente l’ingegner Enrico Bronzi, all’epoca membro del CDA di AVT, in un intervento su Varesenews rammenta come proprio lo stop alle auto fosse il presupposto irrinunciabile per rendere sostenibile economicamente l’investimento che “rappresentava il “fiore all’occhiello” del primo governo leghista di una città importante”. Un progetto che in linea di principio affascinava un po’ tutti ma che è stato lasciato a metà secondo un’inveterata vocazione cittadina alle grandi incompiute. Contestualmente al ripristino della funicolare si trattava di sciogliere il nodo del raggiungimento della stazione di partenza in località Vellone, un tempo a portata di tram. Si scelse, nonostante autorevoli voci favorevoli a un piccola monorotaia più intrigante dal profilo turistico, la carta dei piccoli bus in partenza da piazzale Montanari dove, interrato, avrebbe dovuto sorgere un capiente autosilo. Superati con notevoli costi gli adeguamenti della galleria di partenza e del sedime stradale, cominciò il tentativo di fruizione non automobilistica del Sacro Monte, sito Unesco di conclamata bellezza.

Essendo rimasto lettera morta il parcheggio interrato, tutta l’operazione è risultata monca e difficile da difendere dalle pressioni crescenti del partito trasversale delle quattro ruote che ha al suo interno, oltre ai pochissimi commercianti rimasti, ai ristoratori, ai bar, alla Parrocchia, persino i “ginnici” in servizio permanente che disseminano di auto ogni angolo della montagna prima di lanciarsi nelle loro performance salutiste lungo la via Sacra e altrove.

Lo scorso fine anno, dopo studi e riflessioni varie spesso in contraddizione tra loro, la scelta, il 22 dicembre con solenne messa in scena, del cosiddetto piano B dell’allora assessore Raffaele Cattaneo. Scelta che esclude la chiusura al traffico e punta invece su un parcheggio da centoventi posti auto al Prima Cappella, trenta posti in via del Ceppo, vicino al cimitero, trenta alle Pizzelle e altri trenta sulla via che porta al Mosé. In definitiva duecentodieci posti auto da realizzare in due anni per un costo preventivato di circa due milioni di euro. Per inveterata allergia alla comunicazione e alla trasparenza da parte della giunta Fontana non sappiamo con esattezza quale sia, al momento, lo stato dell’arte del progetto. Una cosa è comunque certa: non aiuterà la funicolare che resterà una semplice opzione facoltativa e non lo strumento fondamentale di accostamento al Sacro Monte. Naturalmente nel piano B e nelle discussioni a seguire nessun cenno al recupero della vera montagna varesina, ovvero il Campo dei Fiori con relativo ramo di funicolare di straordinaria suggestione, ormai ricordato in servizio da poche persone, l’unico capace di motivare un’escursione in vetta in tutte le stagioni dell’anno. A patto naturalmente di un ripensamento complessivo della fruizione delle strutture ricettive esistenti da decenni in splendida decomposizione.

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