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Ambiente

UN LIBRO D’AMORE PER LA MIA CITTÀ

DANIELE ZANZI - 08/11/2012

Dal 15 novembre sarà disponibile in libreria “Alberi&Varese”, frutto delle fatiche di Daniele Zanzi e di Carlo Meazza. Un testo di oltre trecento pagine, scritto da un ottimo conoscitore dell’ambiente e illustrato come solo l’occhio di un ottimo fotografo sa fare, che racconta di alberi e non solo. In verità gli alberi sono solo il pretesto per parlare di una città, casualmente Varese, ma potrebbe trattarsi anche di Palermo o di Cuneo o di qualsiasi altra città del mondo, dove gli alberi sono la cornice e i muti testimoni della storia che passa con i suoi abitanti che vi spendono, tra affanni e gioie, le proprie esistenze. Gli alberi sono il palcoscenico, invisibile ai più, misconosciuto e non apprezzato a molti, ma indispensabile per tutti e a tutti.

Il libro è diviso in tre capitoli: Alberi Campioni, con trentadue schede di altrettanti alberi campioni, scelti con gusto un po’ arbitrario e capriccioso, ma sicuramente rappresentativi del verde di una Città Giardino; Alberi & Varesini: e qui i protagonisti sono i cittadini, indaffarati nel loro piccolo quotidiano, comunque sempre e dovunque circondati da alberi e infine Alberi & Natura a ricordarci che il verde più mirabile non è quello artefatto, costruito dagli uomini, ma quello che la Natura ci dona naturalmente con i boschi, gli incolti, i prati fioriti che talvolta, e per fortuna, riescono a spingersi fino al centro delle nostre città. Ecco in anteprima la pagina introduttiva di Alberi&Varese.

“Questo non è e non vuole essere un testo tecnico. Di volumi di botanica, penso, ve ne siano fin troppi. Si pretende di insegnare l’amore e la conoscenza per la Natura solo descrivendola. Il più delle volte si finisce invece per confondere le idee, per farla sentire lontana ed astratta. Non ho voluto quindi scrivere l’ennesimo libro tecnico; ho ridotto al minimo le nozioni accademiche, i nomi latini; chi ne avrà voglia potrà approfondire e studiare meglio altrove.

Questo vuole essere anzitutto e soprattutto un libro d’amore; un amore nato con la fragranza di mela acerba – una sensazione che non mi ha più lasciato durante tutta la mia vita – degli aghi strofinati di Thuja quando giocavo a nascondino nel vivaio della mia famiglia dove abitavo; e già, perché sono cresciuto in un vivaio, gli alberi entravano quasi nella mia stanza da letto; si può dire che erano parte di me stesso: presenze famigliari e quotidiane come l’aria che respiravo. Senza accorgermene sono entrati nel mio quotidiano; presenze invisibili per me adolescente e ragazzino, ma che sempre mi hanno seguito nella mia gioventù, anche soprattutto quando mi occupavo di tutt’altro, di filosofia, di latino e greco, sui banchi del mio amatissimo Liceo classico.

Gli alberi mi sono poi riapparsi come d’incanto da adulto quando professionalmente mi sono trovato – certo non casualmente – ad occuparmi di alberi e di ambiente.

Diciamo che sono andato là dove il cuore e il sangue mi portavano…

Un libro d’amore quindi per gli alberi, da sempre nella mia vita, e che poi ho avuto la fortuna che divenissero i miei “ pazienti”.

Ma un libro d’amore anche per una Città, Varese, la “Città Giardino”, dove gli alberi sono i veri

padroni del paesaggio; presenze famigliari, cui il nostro occhio sembra, ahimè, troppo facilmente abituarsi. Una città fatta di alberi con frammisto case e edifici e non viceversa. Una città unica nel panorama italiano. A Varese gli alberi sono la Città, anzi, la Città è fatta d’alberi, belli, imponenti, storici, quasi opere d’arte. Negli ultimi cinquanta anni si è fatto di tutto per oltraggiarli e abusarne. Mi fa male e vergognare solo a pensarci: per fortuna gli scempi e le aggressioni durati mezzo secolo, e purtroppo ancora in corso, non sono riusciti – tanto era ricca la dote – a cancellare la particolarità del territorio varesino….

…Il nostro lavoro è andato avanti per anni. Scrivere è il mestiere più difficile, scrivere e fotografare alberi lo è ancora di più. Ci siamo comunque divertiti perché non c’è cosa migliore che confrontarsi con gli alberi di Varese, testimoni silenziosi ed immutabili della nostra vita quotidiana,ma anche della nostra Storia…”

Daniele Zanzi

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