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Sport

IN VOLO IL BASKET

ETTORE PAGANI - 26/10/2012

Dal basket che vola al calcio che segna il passo: percorsi – al momento – pressoché antitetici.

Con la squadra di Vitucci che si libra alta sopra la vetta del Sacro Monte accendendo ceri di ringraziamento alla Madonna nera e con quella di Castori che pur i ceri accende ma quelli propiziatori.

Due allenatori su fronti psicologicamente opposti: quello del basket a frenare gli entusiasmi e quello del calcio a dare coraggio, a predicare calma e niente scoramenti.

Certo è – dica pure Vitucci quello che vuole – che di una squadra in grandissimo spolvero non si può non prendere atto con assoluto consenso. Che il pre campionato – pur più che positivamente indicativo – andasse preso con le dovute cautele ci stava. Ma che ora non si debba prendere atto di un rendimento di una buona spanna sopra le righe proprio non ci sta. Questa Cimberio è bella e come tale va considerata.

Giusto, dunque, azionare i freni dell’entusiasmo secondo le tesi “vitucciane e vescoviane” ma non gioire – pur senza esaltazioni – sarebbe fatto che costituisce reato. Pur dandosi atto che, tra le altre squadre, non esiste, quest’anno, qualche strapotere presente in precedenti campionati, resta una situazione solo di grande compiacimento.

Il resto si vedrà. Ma per ora cogliamo fiori e frutti.

Nel calcio Castori non sbaglia a predicare la calma rispetto a scoramenti che sarebbero prematuri. La squadra sta praticando un gioco accettabile che è certo inferiore ai soli riscontri positivi della partenza. Fattori coincisi anche con l’aver incontrato squadre ancora in fase di assestamento.

Dall’inquadratura attuale – conseguente ad una non indifferente serie di cessioni utili per le casse ma dalle inevitabili ripercussioni sul rendimento (l’Udinese gestione Pozzo sinora continua ad essere un’esclusiva) – non è facile possano aspettarsi i lussi delle ultime annate. E questo è determinante insieme alla necessità di qualche rammendo indispensabile per trovare un assetto di squadra più efficiente.

Per il momento, insomma, è un Varese ancora da assestare ed in cerca di un giusto equilibrio. Quanto possa bastare, almeno, a che, in avanti, le creazioni di Ebagua trovino qualche collaborazione e che, in difesa, non si rendano vane anche le sue virtù.

Insomma senza pretendere i voli dei vicini di casa almeno che ci si alzi da terra.

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