Desidero ritornare sul tema del parcheggio alla Prima Cappella per l’obbligo che ogni cittadino ha, sostenuto anche da un’esperienza professionale, di dare un proprio contributo alla soluzione dei problemi della nostra città.
L’obbiettivo delle scelte amministrative, cui spetta il compito di avviare a soluzione i problemi urbani, è quello del bene comune che, nel caso della nostra storia, corrisponde al rispetto, alla difesa, alla valorizzazione della bellezza che ci ha lasciato.
Sul giornale La Prealpina del 4 ottobre scorso è apparso un articolo dal titolo: “Prima Cappella, via al parcheggio”. L’articolo riporta le notizie fornite dagli uffici comunali e informa che
Quasi contemporaneamente all’avvio di questa procedura veniva pubblicato dal Comune il cosiddetto documento di ‘scoping’ (esplorativo) della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa al Piano della mobilità urbana. Il Piano prevede un altro parcheggio in piazzale Montanari per circa duecento posti auto, a cento metri di distanza. Si tratta di una previsione, quest’ultima corretta, adiacente all’attuale linea dell’autobus e alla fermata senza interferenze di piazzale Montanari.
Non si capisce quindi la volontà di realizzare un parcheggio oggetto anche di concorso di progettazione presso la chiesa dell’Immacolata. Un parcheggio con interferenze pesanti sull’accessibilità a Santa Maria del Monte, che richiederà scavi anche nella roccia con accessi al non breve cantiere, e dopo la sua realizzazione, fra due curve a breve distanza e scarsa visibilità; con interruzione definitiva dell’antico percorso storico al viale del Santuario, fra Oronco e l’Immacolata; con offesa paesistica ai luoghi per le strutture apparenti.
Non si capisce perché ci si voglia impantanare in una simile opera quando con tutta evidenza è assai più facile, razionale e meno costoso, per un uguale numero di posti auto, un parcheggio in autosilo in piazzale Montanari. Parcheggio già previsto, come già detto sopra, anche dall’Amministrazione in carica.
Devo ancora purtroppo dire che non riesco a comprendere questa Amministrazione per quanto riguarda la gestione del territorio, della sua storia, del suo futuro, delle sue urgenze.
Perché non è riuscita a promuovere un rapporto di idee e di pianificazione con i Comuni vicini che sono con tutta evidenza parte della città varesina reale?
Perché il Piano della mobilità non li coinvolge e ancora le responsabilità e il ruolo del sistema ferroviario, oggi, rimane ancora nello stato di un secolo e mezzo addietro?
Perché non si affronta decisamente il problema di fondo della città che è un problema di relazioni sociali che richiedono una drastica limitazione della veicolarità privata per l’incontro desiderato, con la formazione di percorsi e di luoghi pedonali e ciclabili protetti?
Interventi che, con tutta evidenza, i cittadini reclamano anche affrontando ogni giorno i rischi personali causati dal traffico, in particolare, ma non solo, in prossimità delle scuole.
Abbiamo bisogno di affrontare queste emergenze in un quadro di pianificazione che, inspiegabilmente, si fa ancora attendere.
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