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Ambiente

IL LATO DEBOLE DEL CASO DI AZZATE

ARTURO BORTOLUZZI - 19/10/2012

Riguardo alla questione del campeggio di Azzate mi ha scritto il Sindaco di Azzate nei giorni scorsi evidenziando quanto segue: “Nell’anno 2009 gli uffici di Polizia Locale e l’Ufficio Tecnico Comunale hanno intrapreso un’attività conoscitiva e investigativa relativa alla struttura della società “Sette Laghi spa” che ha portato all’emissione di un provvedimento amministrativo da parte dell’ufficio tecnico comunale in data 18.10.2011 “Ordinanza di demolizione e ripristino stato dei luoghi”, previa adozione di provvedimento di sospensione lavori, che attualmente risulta pendente ai TAR.

Parallelamente la Polizia Locale ha avviato un procedimento penale con apertura del  fascicolo presso la Procura di Varese ( Proc. Pen. n. 5854/2010). Successivamente l’Autorità Giudiziaria ha delegato al N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Milano) il prosieguo dell’attività di indagine.

Il G.I.P. di Varese con provvedimento n. 628/2012 R.G.U. ha disposto 11 sequestro dell’area, al quale l’Arma dei Carabinieri ha dato esecuzione in data 13 settembre 2012.

Il PM. con provvedimento- in data 17.09.20Ì2—in riferimento al procedimento penale n. 5854/2010- ha nominato custode dell’area attrezzata della società “Sette Laghi spa” il Sindaco ed ha disposto l’adozione dei provvedimenti per poter protrarre la permanenza  (provvedimenti consultabili sul sito web del Comune di Azzate).

Il P.M. con provvedimento n. 62/2012 del 4.10.2012 ha nominato custode dell’area il dott. ing. Alberto Speroni. Attualmente non è stato avviato alcun provvedimento di sanatoria. (-).

Infine, si evidenzia che non si è a conoscenza di informazioni relative ai precedenti amministratori”.

Questo è, secondo me, il lato debole della (comunque meritoria) posizione attuale del Sindaco di Azzate.

L’informazione è facilmente traibile dal quotidiano La Prealpina del 20 settembre ultimo scorso che riporta la posizione disarmante dell’ex assessore comunale Carlo Broggini, secondo il quale la voce a tenore della quale  all’interno del campeggio Sette Laghi vi erano immobili abusivi, era perfettamente conosciuta dagli stessi amministratori che hanno preceduto l’attuale amministrazione che guida il Comune di Azzate.

L’ex assessore diceva nell’intervista rilasciata: “Che all’interno del campeggio ci fossero  abusi o situazioni  non regolari, lo sapevamo noi” (in Giunta)  “ma  anche chi lì ci abitava o veniva in vacanza”.

Non è quindi cosa dell’ultimo periodo ma, invece, questione che si trascina da molti anni.

L’immobilismo comunale di Azzate sarebbe comunque argomento di fatto rinvenibile  nell’assenza,                 negli  atti pubblici, di una documentazione comprovante un comando per un intervento accertativo ed eventualmente sanzionatorio.

È quindi, forse, prefigurabile una qualche negligenza?  Non voglio certamente accusare qualcuno ma penso di pormi una legittima domanda. Chiedo che sulla questione si possa fare chiarezza, non aspettando l’intervento della magistratura ma invece istituendo una commissione d’inchiesta comunale.

Perché, mi chiedo, non è stata fatta una formale denuncia dell’abusivismo edilizio entro il campeggio di Azzate? Perché non sono state mai comminate negli anni passati sanzioni da parte del Comune?

La lotta perché possa mantenersi l’integrità del territorio ed anzi perché possa essere palese il sentimento popolare volto alla sua valorizzazione,  consigliano di promuovere un consiglio comunale aperto ed inoltre di informare le scuole azzatesi di quanto capitato. Gli studenti debbano essere chiamati dal Comune ad organizzarne una serie di incontri sulla legalità.

La commissione d’inchiesta chiarisco come non voglia e non debba, in alcun modo, intralciare o sovrapporsi al lavoro della magistratura. Sarebbe altra  cosa  necessaria e indipendente.

Un Consiglio comunale aperto e la Commissione d’inchiesta potrebbero dare la possibilità di chiarire alcuni passati comportamenti, rinfrescando la memoria su alcune priorità della vita pubblica cittadina. Ritengo che non  possano più ammettersi comportamenti di politici  che fanno “orecchie da mercante” di fronte a problematiche sociali.  Queste, infatti,  se non affrontate, rischiano di creare difficoltà a persone che, come ora, potrebbero trovarsi  di punto in bianco nella  impossibilità di soddisfare un esigenza primaria, quale  poter disporre di un’abitazione dove vivere.

Il palazzo, insomma, dovrebbe sempre governare i problemi risolvendoli e non trascurarli  lasciandoli ingigantire fino a scoppiare: i nodi prima o poi  vengono al pettine.

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