Il 14 luglio 1998 il Ministro dell’Università e della Ricerca scientifica Berlinguer sottoscriveva il Decreto istitutivo dell’Università autonoma dell’Insubria con sedi a Varese e a Como (Rettorato a Varese): è da quattordici anni che l’istituzione si è ampiamente sviluppata, potenziata negli organici e nelle strutture, sì che oggi gode di buona fama, pur nella crisi generale a livello nazionale (non solo per deficit di finanziamenti statali), tanto da occupare nella classifica del Sole 24Ore per il 2011 il sedicesimo posto su cinquantotto atenei italiani (la Facoltà di Giurisprudenza addirittura il quarto posto).
Anticipazioni pionieristiche si ebbero già per le visioni e l’impegno lungimiranti dell’avvocato Giovanni Valcavi, allora Presidente del nostro nosocomio, del dottor Mario Ossola, Sindaco di Varese e del ragionier Fausto Franchi, Presidente dell’Amministrazione Provinciale, coll’istituzione dei corsi gemmati di Medicina e Chirurgia, triennio clinico nel 1972-73, primo triennio nel 1973-74, dall’Università di Pavia. Il corso di laurea in Scienze biologiche è stato attivato per gemmazione dall’Università di Milano nel 1990-91 (indirizzi di biologia molecolare, fisiopatologia, biotecnologia) e quello di Economia e Commercio in pari data con gemmazione da Pavia.
Delusioni per quanto riguarda la sede di Varese si sono registrate per il mancato insediamento delle Facoltà di Giurisprudenza (necessario complemento di economia – ha avuto invece successo l’iniziativa al riguardo promossa a Como dall’on. Casati) e di Chimica e Tecnologia farmaceutica. Attualmente Uninsubria (Rettore sino al 31 ottobre Renzo Dionigi, illustre docente di clinica chirurgica, che ne ha promosso e curato il consolidamento) registra la presenza delle seguenti Facoltà: Medicina e Chirurgia (Varese), Economia (Varese), Scienze matematiche, fisiche e naturali (sia a Varese che a Como), Giurisprudenza (Como), ora convertite in base alla legge Gelmini in sette Dipartimenti e trentasei corsi e conferisce lauree di primo livello (triennali), magistrali, diplomi di specializzazione e di dottorato di ricerca, oltre che master universitari.
Superato il momento pionieristico e quello dell’assestamento e consolidamento, nominato il nuovo Rettore, professor Alberto Coen Parisini, Preside di Scienze, al termine della seconda votazione con duecentocinquanta suffragi su quattrocentonovantatre schede, ora Uninsubria si accinge a nuove sfide ed aperture. Nel presentare il proprio profilo e le prospettive che attendono l’istituzione, Coen ha insistito su questi temi: servizio, dialogo, qualità (di questa sottolineando la già indubbia presenza). Vanno intensificati i rapporti col territorio, al di là di qualche successo sinora registrato: qui la strada da percorrere è ancora piuttosto lunga, sia per quel che concerne la collaborazione con la pubblica amministrazione, che le imprese e il mercato del lavoro soprattutto; la città di Varese poi non nutre ancora la ferma convinzione che l’Università (con l’Ospedale) possa essere la chiave di volta di uno sviluppo significativo, constatata la decadenza del ruolo e dell’importanza rivestiti dal grande mondo industriale che l’ha caratterizzata in passato.
Va poi facilitato e promosso ulteriormente il trasferimento tecnologico in termini di brevetti, spin off eccetera, alimentata la rete di conoscenze a livello internazionale, sinora incentrata quasi esclusivamente sull’iniziativa dei singoli, non su una logica di sistema. Il modello della nostra Università va orientato maggiormente al servizio. Al proposito felice è giunta la notizia dell’inaugurazione prossima entro fine ottobre del Collegio universitario alla presenza del Ministro Profumo, con oltre novanta appartamenti e alcune stanze per gli ospiti. In futuro si prevede la costruzione di un palazzetto, di una palestra e di campi sportivi a definire la costituzione di un campus qualificante. Altre opere di ristrutturazione riguardano la sede di via Ravasi. Il nuovo Rettore, che confida nella discussione e nel confronto delle varie posizioni, oltre la tentazione di imporre soluzioni non verificate collegialmente attraverso il dialogo, ha sottolineato l’importanza della ricerca e perseguimento dell’interesse generale in un clima di sintonia, che trascenda le divisioni della campagna elettorale.
Anche la professoressa Arcari ha parlato di nuove logiche, di cambio di passo, della necessità di voltare pagina e ha definito il modello attuale molto farraginoso e burocratico, invocando un’organizzazione più efficiente e snella. Si è pronunciata poi per un’apertura degli organi di governo ai rappresentanti del territorio in termini di piani di sviluppo, trasporti, infrastrutture, occasioni di socialità, cultura. Mentre soffriamo la concorrenza dei grandi atenei, vanno trovate iniziative per diventare più attrattivi. Il terzo candidato professor Rocca infine crede molto nel capitale umano, si pronuncia per una maggiore progettualità per distinguersi dagli atenei vicini e concorrenti, avverte un bisogno di visibilità e di collegialità nella gestione di Uninsubria, rimarcandone il carattere pubblico, non si nega ai possibili finanziamenti privati, giudicandoli però solo aggiuntivi.
L’augurio dei varesini è che la crescita ulteriore della nostra Università si ispiri sempre a criteri di qualità, d’apertura d’orizzonti anche in sede internazionale, di vocazione alla ricerca, d’ampliamento dell’offerta, di potenziamento degli organici, di una politica di stretta sinergia con le esigenze del territorio; di rilievo non minore che si allarghi la ricettività degli studenti in chiave di servizi. In questa direzione la città deve dimostrare una maggiore consapevolezza delle necessarie sinergie.
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