La mia bimba viveva di gioia intensa, pareva trasformata, il suo volto era disteso e sereno quasi trasfigurato.
Con intima soddisfazione condividevo la sua gioia in questo tempo meraviglioso della sua giovinezza: una fede senza ombre avvolta in un invidiabile alone di luce.
In famiglia si pregava con lei; i fratellini l’ascoltavano; con lucidità sorprendente ed entusiasmo coinvolgente narrava la vita di Gesù. C’era pace,c’era serenità.
Si avvicinava quel giorno: in me risuonava come un tormento la domanda di Elisa: “Mamma, anche tu farai con me la comunione?”
La legge della Chiesa mi impediva quel dono. Fallito il primo matrimonio, vivevo con un altro uomo una nuova realtà familiare. C’era pace,c’era serenità.
Una sera leggevamo il vangelo di Giovanni: Gesù incontra una donna, che aveva vissuto con più di un marito. Senza esitare il Maestro con lei dialoga e ascolta, interroga e risponde.
Elisa mi guarda, i suoi occhi brillano: “Mamma, a questa donna Gesù vuol bene, le insegna a pregare, si rivela Messia. Allora Gesù vuol bene anche a te…”
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