L’attuale stagione mi riporta con la memoria a una vicenda professionale occorsami tempo fa. Un lunedì mattina presto, saranno state le cinque, ricevetti una chiamata urgente da una famiglia: una donna era in condizioni preoccupanti, dando continuamente di vomito. Quando arrivai a destinazione, scoprii che il malessere aveva colpito non solo la donna, ma l’intera famiglia. Chiesi allora al marito cosa avessero mangiato la sera prima la moglie e i figli e lui mi rispose che la cena era stata a base di funghi trifolati. Specificò, anzi, che erano mazze di tamburo raccolte in un prato vicino, e ritenute edule. Chiamai subito il Centro Antiveleni di Milano e alla descrizione dei sintomi mi suggerirono di ricoverare tutti per avvelenamento da amanita falloide.
Un bambino era nelle condizioni più gravi e venne trasferito al centro trapianti di Milano per il trapianto urgente del fegato. Provvidenzialmente era disponibile un fegato di paziente deceduto poco prima, sicché l’operazione poté essere subito effettuata con ottimi risultati senza rigetto. Gli altri pazienti vennero dimessi dall’ospedale dopo una settimana: avevano patito un’intossicazione epatica.
Chiesi al marito come avesse potuto mangiare un fungo così velenoso e mi raccontò che un operaio, amico di famiglia, aveva raccolto una mazza di tamburo e l’aveva fatta vedere ad un esperto di funghi il quale gli aveva risposto che era edule. Di conseguenza, egli aveva raccolto tutti i funghi del prato ritenendoli commestibili: insieme alle mazze di tamburo c’era anche un’amanita falloide, fatale per tutta la famiglia. Fortunatamente senza però drammatiche conseguenze, salvo il caso grave del bambino sottoposto a trapianto di fegato. Peraltro, dopo un periodo di osservazione particolare, egli stette bene e ancora oggi gode di ottima salute.
Perciò, pur non essendo amante dei funghi, raccomando sempre ai miei pazienti che vanno per funghi nei loro posti segreti di stare bene attenti nel raccogliere solo quelli eduli e di imparare a riconoscerli e prima di mangiarli farli vedere tutti ad un esperto. La natura ci è volentieri amica, ma bisogna saperla trattare nel modo dovuto. Anche quando ci regala ciò che desideriamo. Soprattutto è necessario conoscerla a fondo, e non accontentarsi d’una conoscenza superficiale. In fondo, è una questione di rispetto.
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