Non più ragazze ma pronte a rimettersi in gioco, le donne che arrivano al Seminario promosso da Consigliera di Parità della Provincia di Varese e da Banca del Tempo di Gallarate per rientrare o accedere al mondo del lavoro, sono più di quante ci si aspettava: in molte restano fuori aspettando una seconda occasione. Nato per sostenere giovani poco scolarizzate con maggiori difficoltà degli uomini a proporre una candidatura lavorativa, il Corso è stato preso d’assalto da giovani signore nell’età di mezzo. Sono dotate di buona cultura e hanno profili di competenze anche importanti, ma non trovano più lavoro dopo la conclusione di un progetto o una fase di vita.
Al Camelot di Gallarate le corsiste percorrono il corridoio che attraversa il reparto “terminali”, arrivano alla minuscola saletta del Corso dove le aspettano due psicologhe. Inizia il lungo giro delle presentazioni: provenienti dai maggiori centri della Provincia, spigliate nel raccontare le difficoltà del loro ruolo “da mediano” nella famiglia e nel lavoro, ad un certo momento la voce si incrina, si spezza. Succede quando descrivono un fragile equilibrio che è andato in frantumi, quando la crisi ha spazzato via il lavoro a progetto, o per colpa di una malattia, a causa di una separazione, per non aver potuto conciliare il proprio ruolo di madre con il lavoro. Raccontano i tentativi di reinserimento lavorativo, tutti falliti, eppure si era disponibili ad una posizione modesta pur avendo ben altre competenze, ma le aziende preferiscono giovani da formare, che permettono anche agevolazioni fiscali. L’obiettivo lavoro appare via via sempre più irraggiungibile. E risulta ancora più scoraggiante apprendere che nuove normative prevedono sgravi fiscali per i datori che assumano ultracinquantenni: è un traguardo troppo lontano, per chi ne ha una diecina da sopravvivere prima di arrivarci.
Di questo esercito silenzioso di ex-ragazze senza lavoro le statistiche non parlano, il problema non è una priorità nell’agenda sociale dei governanti. Abituate a rinviare le proprie aspirazioni a quando tutto il resto sarà sistemato: c’è la famiglia, c’è da tirare su i figli, badare all’organizzazione e magari ai nonni e poi viene prima la carriera del marito, al traguardo dei quarant’anni si ritrovano “disoccupate nonostante”: nonostante una laurea, nonostante la capacità, la preparazione e la voglia di fare. Nonostante una donna con una famiglia già creata non presenti più il “rischio gravidanza” (la definizione è provocatoria) che orienta le scelte dei datori di lavoro nell’assunzione di una donna giovane. Il tempo fugge via senza poter restituire a queste donne il posto che meritano, minando per sempre l’identità personale e sociale a cui tendevano.
Le psicologhe del Seminario spiegano che nel mondo del lavoro sono in atto grandi mutamenti dal punto di vista economico, sociale e culturale. Il vecchio tipo di organizzazione industriale, contraddistinto da rigida attribuzione dei ruoli, gerarchie interne, e differenziazione di genere, attribuiva competenze a donne e uomini in diversa misura. Ora il “nuovo mondo” pretende figure di lavoratrici e lavoratori che garantiscano una partecipazione consapevole e priva di differenze: si richiede flessibilità nel gestire i carichi di lavoro, prontezza e autonomia nell’assecondare mutamenti di ruolo richiesti dal momento, disponibilità ad affrontare un ruolo meno esecutivo e più responsabile.
A quarant’anni queste donne possono ancora riprendere in mano la propria vita e la propria identità, devono però superare il disagio psicologico che lentamente si insinua nel loro intimo. Ben vengano quindi le iniziative di Corsi gratuiti come questo a supporto delle donne, visti i tempi sono ormai una rarità, e forse non garantiranno loro una possibilità lavorativa concreta: aggiornandosi e confrontandosi con le esperienze di altre donne, appoggiandosi alla solidale competenza di una psicologa, si può tornare a coltivare quella caparbietà tutta femminile che può sconfiggere questa ennesima emergenza sociale.
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