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Incontri

NON DISTURBATE LE TORTORELLE

GUIDO BONOLDI - 28/09/2012

Ho avuto recentemente la possibilità di tornare ad Assisi e sono rimasto per alcune ore a Santa Maria degli Angeli. Vi avevo passato qualche giorno tanti anni prima, ai tempi del liceo, in occasione di un raduno di Gioventù Studentesca. Quella esperienza mi era poi tornata utile al momento dell’esame di maturità: avevo scelto per il tema di italiano una traccia che chiedeva di descrivere una città ed avevo trattato di Assisi in relazione a San Francesco, sulla scorta di quei giorni trascorsi tra San Damiano, la Porziuncola e l’Eremo delle Carceri.

Adesso, dopo quarant’anni, mi sono proprio goduto quel pomeriggio a Santa Maria degli Angeli, in compagnia di frate Francesco e di ciò che dal suo amore per Cristo è scaturito, in particolare il perdono di Assisi, che la sua sterminata carità per i fratelli ha ottenuto dalla misericordia di Dio.

La Porziuncola, la cappella del transito, il giardino delle rose, lì tutto parla di Francesco e del suo ardente amore per Cristo e per gli uomini, e anche per me.

Per andare al giardino delle rose si passa davanti a una statua, che rappresenta il poverello di Assisi con lo sguardo rivolto al cielo e con in mano un cestello; ai piedi della statua uno strano cartello con scritto “non disturbate le tortorelle”. Ripassando davanti alla statua una seconda volta ho capito il senso del cartello: eccole lì le due tortorelle, in posa per l’ammirazione dei pellegrini, candide come la neve, una nel cestello e l’altra sul manico, beate in compagnia del serafico.

Non disturbate le tortorelle che silenziose cantano “laudato sii mi Signore”.

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