La Varese di un passato vissuto in prima persona nel ricordo un po’ divertito, un po’ nostalgico e senz’altro veristico. È quella che troverete nella rubrica che esordisce in questo numero di RMFonline per la disponibilità cortese di Ambrogio Vaghi, che ringraziamo.
Luigi Cova fu il primo Sindaco di Varese regolarmente eletto dopo la Liberazione. Potremmo dire ben dire rieletto perché Cova Sindaco della città lo era già stato fino al rovesciamento violento dell’Amministrazione comunale socialista da parte delle squadracce fasciste. Nel 1922. Un uomo semplice, ex operaio calzaturiero, sempre disponibile verso ogni cittadino che avesse bisogno. Subentrò al sindaco Enrico Bonfanti, del PCI, nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale il 25 aprile 1945, e la sua amministrazione di sinistra (socialisti, comunisti, azionisti ed indipendenti) può essere ricordata sopratutto per un grande regalo fatto alla città. L’acquisto da parte del Comune della Villa Mirabello e del suo parco confinante col Giardino Estense. Si realizzò nel centro cittadino un continuum verde di grande interesse pubblico. Fu il risultato di una operazione condotta magistralmente dall’assessore Lanciotto Gigli che finanziò l’acquisto coi mezzi correnti di bilancio senza ricorrere a mutui.
Dai più cattivelli però Cova è stato ricordato in quegli anni per alcune gaffes dovute essenzialmente all’uso improprio di alcune parole. Gaffes ovviamente, sottolineate da un settimanale satirico locale. Questa fece storia:
L’armo dell’otto della canottieri Varese aveva conquistato un grande traguardo sportivo: campione d’Europa! Al ritorno gli atleti furono ricevuti alla stazione ferroviaria da una folla festante con tanto di banda musicale e di corteo tra le vie cittadine.
Non mancò un grande pranzo nelle sale dell’allora Albergo Europa in onore dei vincitori e alla presenza dei maggiorenti della città. Al fatidico “levar delle mense” non potevano mancare le parole del Sindaco. Luigi Cova avviò un importante discorso esaltando la missione dello sport come ideale di amicizia e di fratellanza sopratutto in un momento come l’attuale dilaniato da una …”masturbazione dei popoli”. Probabilmente il primo cittadino intendeva riferirsi ad un travaglio dei popoli in una fase politica di avvio della guerra fredda e di ritorno alle minacce atomiche. Ma tant’è, era andata così. Tra qualche risolino mal trattenuto, tra vera o falsa indignazione di alcune signore e tra il disinteresse di coloro ai quali era sfuggita del tutto l’infelice uscita.
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