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Apologie Paradossali

A PROPOSITO DI BUROCRAZIA

COSTANTE PORTATADINO - 14/09/2012

A proposito di burocrazia. In poesia e in prosa.

 IN POESIA

 Manca una firma.
Il responsabile del procedimento ha chiesto un parere al servizio legale.
La giurisprudenza è discordante.
Il servizio legale chiede un parere pro veritate,
Il consulente legale esterno emette un parere che presenta diverse possibilità.
Tutte le possibili soluzioni scontentano qualcuno che potrebbe:
semplicemente lamentarsi pubblicamente;
denigrare privatamente l’assessore o il funzionario,
chiacchierare al bar di tutto ciò;
ricorrere al TAR,
scrivere a Legambiente,
al Codacons,
a quant’altri mai,
postare su Facebook,
twittare,
scrivere a Grillo,
ai pendolari organizzati,
all’Arcigay,
scrivere sui muri del Municipio,
spammare centinaia di email
via “Mitico bello”
dieci zelanti che spammano cento mail ciascuno li trova,
gli altri novanta rispondono insulti,
mica solo al mittente,
cliccano “rispondi a tutti”,
ricevi
innocente
ottantanove mail di insulti,
e
e
e
e
quindi tu vorresti che egli firmasse?
Ella vorrebbe?
Noi vorremmo?
Voi vorreste?
Essi vorrebbero?
E io?
Io non voglio, sono io quel funzionario.

IN  PROSA

La legge “Bassanini” ha deresponsabilizzato i politici di tutti i livelli, dal presidente di regione all’assessore di Vidigulfo, attribuendo al dirigente responsabile del procedimento il potere di firma dell’atto amministrativo effettivamente determinante, con le relative conseguenze civili e penali. L’intento era sensato: dopo la stagione di tangentopoli occorreva sollevare la classe politica dal sospetto di deliberare per interesse. Si noti che nello spirito della legge era inclusa la condizione liberante che si dovesse semplicemente motivare l’interesse pubblico del provvedimento in forza di atti d’indirizzo dell’organo politico e non più la sua consequenzialità a specifici obblighi di legge.

Purtroppo la conseguenza paradossale del “tutto ciò che non è vietato è permesso” è stata che in realtà quasi nulla si realizza e quel “quasi” difficilmente in tempi accettabili.

Rimedi?

Indietro non si torna, visto che l’antipolitica domina il campo. E poi, diciamo la verità, manco gli assessori sono più quelli di una volta, per competenza e volontà realizzativa.

Se ieri spesso costruivano castelli in aria per poi atterrare maldestramente sul “vorrei, ma non posso”, oggi nessuno si permette nemmeno di sognare.

E senza sogni anche la realtà perde attrattiva.

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