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Cara Varese

CI VUOLE UN ALTRO TOUR DEL DEGRADO

PIERFAUSTO VEDANI - 14/09/2012

Noi ragazzi degli Anni Trenta siamo soliti cedere ai sentimenti che sgorgano dalla fonte dei ricordi per incanalarsi nel dolce defluire dell’elegia di una Varese migliore. Già, diciamo sempre che abbiamo avuto la fortuna di vivere anche piccoli dettagli della Varese amata, perché giudicati particolarmente adatti a noi in quegli anni.

Oggi a suggerire i ricordi, le atmosfere di una città di un tempo ci sono situazioni che sarebbero forse più sopportabili se la grande crisi economica ha fatto dimenticare che in tempi relativamente recenti, pur con il persistere di errori e trascuratezze a volte pesanti, a livello pubblico sono stati fatti sforzi per ridare dignità alla mitica Città Giardino.

Me ne sono convinto dopo aver riletto una testimonianza di Luciano Gallina, rigoroso giornalista, corredata da foto di Carlo Meazza, già allora affermato professionista. “Varese dimenticata: le case alla deriva” era il titolo del documentato atto d’accusa pubblicato per i tipi della LVG di Azzate.

Il testo introduceva e accompagnava una deprimente visita anche a edifici storici del centro, una serie di vergogne insopportabili davanti al ricordo della loro storia e di quella città amata da noi cronisti antichi.

Non tutte le ferite al decoro cittadino sono state curate, ma non poco è stato restituito alla comunità di quel troppo che nel 1986 aveva giustamente indignato Gallina e Meazza.

Lavori di risanamento e di ricupero decisamente di grande rilievo, sono stati realizzati nel cuore della città e a Biumo Inferiore, non so dirvi in quale misura rispettosi del passato e coerenti con una urbanistica con fame di progresso e magari di cemento: sono valutazioni da esperti del settore, resta il fatto che da questi interventi sono nati anche servizi utili alla città, alla crescita culturale della comunità, come per esempio il teatro Santuccio che prima dei lavori reggeva autorevolmente il confronto con un pollaio.

Non so dire però con quale criterio si possa valutare il Castello di Belforte e certamente al Campo dei Fiori potrebbe avere ricevuto più cure il megaripetitore alias Grand Hotel, ma sono convinto che anche oggi sarebbe necessario un tour di Varese, magari fatto individualmente dai volontari di RMFonline.it, per preparare un altro volumetto-documento che possa essere un promemoria per gli abitanti della nuova Cascina dei Poveri, ovvero Palazzo Estense, il giorno in cui essi avranno avuto quattro euro da spendere per la comunità.

Perché è stata indubbiamente utile l’iniziativa di Luciano e Carlo nel 1986, se la mano pubblica e privati hanno poi risposto a sollecitazioni così puntuali ed energiche.

 Nella galleria di foto, dal volume “Varese dimenticata: le case alla deriva” del 1986 alcuni esempi di edifici oggetto di recupero in anni recenti:

-         Area Cagna a Biumo Inferiore
-         il teatrino di via Sacco
-         Via Bernascone di fronte al multisala Impero
-         La casa dei “Piccoli di Padre Beccaro” in via Albani
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