Il 28 luglio scorso, nel pomeriggio, ho partecipato al ricordo di Paolo VI a Santa Maria del Monte.
Con un breve viaggio che, in modo un po’ diverso, ho fatto tante volte dall’infanzia alla mia prima gioventù. Allora si saliva sul tram alle stazioni ferroviarie e, arrivati alla stazione di base del Vellone, si saliva con la funicolare. Nei giorni festivi e prefestivi saliva tanta gente. Il tram aveva due carrozze e, per la funicolare, occorreva fare un po’ di coda.
Il 28 luglio era una giornata un po’ nuvolosa, ma calda. Ho parcheggiato vicino alla chiesa di san Massimiliano Kolbe e sono salito sul primo autobus di passaggio. Con cinque compagni di viaggio.
Ho fatto l’esperienza, dopo parecchio tempo, di un viaggio in autobus verso il Sacro Monte.
La salita, le curve sballottavano i passeggeri in avanti, indietro, a destra e a sinistra. Pericoloso rimanere in piedi. Occorreva afferrarsi saldamente ai sostegni tubolari di cui la vettura è ampiamente dotata, o sedersi aggrappati su uno dei pochi sedili disponibili. Consideravo con qualche stupore la sicurezza relativa dei posti riservati a persone disabili non facilmente accessibili e con scarse garanzie di accoglienza affidabile.
Arrivati al piazzale Montanari, alla Prima Cappella, sono rimasto sull’autobus con una signora anziana. Con lei sono salito al Vellone, poi sulla vettura della funicolare. Un euro. Due passeggeri. Abbiamo fatto delle considerazioni rispetto al passato. E sul presente. Mentre la vettura, come un tempo, saliva.
All’arrivo solo noi. Un gruppetto di persone decideva di non scendere con la funicolare.
Mentre salivo la strada acciottolata verso il Santuario, riflettevo. Ricordando l’incauta soppressione del sistema tramviario e di funicolare decisa dal Consiglio comunale, a maggioranza, nel 1953 quando veniva negato l’annuale contributo alla SVIT, la società che gestiva i trasporti pubblici in città. L’autobus, si riteneva, era la soluzione razionale che doveva essere attivata.
Consideravo la delibera del Consiglio per il ripristino, negli anni ’90, della funicolare come tratta terminale di un percorso affidato agli autobus, che rese necessario l’ampliamento della galleria sotto il Gaggio e la nuova strada fino al Vellone. Con il mantenimento del percorso diretto degli autobus fino a Santa Maria del Monte. Con una insostenibile concorrenza fra due mezzi pubblici, aggravata dalla libera accessibilità fino al Piazzale Pogliaghi, in vetta, dei veicoli privati.
Dopo quaranta anni, nel 1993, si era passati da un sistema coerente di accesso a un insostenibile, incoerente, spiacevole sistema di accesso. Non si è riusciti ad affrontare ragionevolmente e complessivamente la situazione.
Oggi, dopo quasi altri vent’anni, siamo allo stesso punto. La funicolare è trascurata, il suo costo ne suggerisce un fermo più esteso o addirittura definitivo. La libertà di accesso veicolare fino al piazzale Pogliaghi produce la congestione che conosciamo sulla vetta, offende il luogo, danneggia i punti di ristoro rivolti verso il Vellone e le attività presenti sulla via Santa Caterina. Il servizio pubblico si fa concorrenza sorprendente con due servizi autobus: uno a valle (per la funicolare), l’altro a monte per l’accesso diretto a Santa Maria.
Quali proposte si possono fare?
Le ho avanzate alcuni anni fa e le ricordo brevemente.
Rimane il problema, da risolvere, dell’accessibilità alla vettura della funicolare che richiede il superamento delle rampe di accesso e di uscita a gradini. È lo stesso problema che presenta l’accesso e la discesa dall’autobus.
Ma queste difficoltà per l’autobus delle persone con impedimenti alla deambulazione, non saranno risolvibili fino a quando non si prenderà atto che un’accessibilità più gradevole a Santa Maria sarebbe offerta con il ripristino del tram come in varie città della nostra Europa si sta facendo.
Tram moderni e silenziosi, si intende, con accesso in piano senza gradini, con sedute comode, con la stabilità di percorso che solo un tram può assicurare, evitando la salita in autobus oggi riservata solo a persone fisicamente sufficientemente dotate, in grado di aggrapparsi ai sostegni della vettura o ai sedili, per non farsi del male. Come la mia recente esperienza mi ha fatto capire.
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