Garibaldi è nato a Varese, come condottiero del nostro Risorgimento, nel 1848. S’inizia qui nel territorio varesino la sua avventura: prima nel 1848 a Luino e Morazzone, per continuare poi nel 1859, da Sesto Calende, per giungere a Varese coi Cacciatori delle Alpi, alla battaglia di Biumo del 26 maggio.
Il territorio varesino ha dato contributi importanti alla causa risorgimentale, tuttavia entusiasma chi scrive trovare ancora oggi tracce sorprendenti in luoghi insospettabili. A Castello Cabiaglio, ad esempio, in una bella villa d’epoca, vien mantenuta una galleria del Risorgimento ricca di stampe e ritratti, soprattutto di regnanti dell’epoca, con reperti e foto. In una piccola nicchia, decorata con legno dorato, vengono esposti oggetti appartenuti ad un garibaldino di famiglia ed è questa la ragione del tutto.
Giacomo Gattoni, nato a Crema, allora provincia di Lodi, il 24 marzo del 1822, secondo quanto attesta il certificato di battesimo, aveva legami familiari a Castello Cabiaglio. Dottore in Legge a Pavia nel luglio del 1846, secondo le testimonianze orali tramandate, si era aggregato alla legione di Gabriele Camozzi, nel mese di marzo del 1849. Gabriele Camozzi, lombardo, coetaneo di Gattoni e laureato come lui a Pavia, ebbe l’incarico da La Marmora di arruolare volontari per attaccare gli austriaci sulle colline tra Bergamo a Brescia. Camozzi ricevette ad Arona, nel marzo del 1849, ben cinquemilacinquecento fucili con relative munizioni e trasportate le armi a Laveno, raggiunse Gavirate e poi Varese dove formò la Guardia Nazionale con oltre quattrocento volontari.
Il nostro Giacomo Gattoni fu tra questi. I moti di Bergamo e Brescia del 1849 son noti e lì sicuramente Giacomo Gattoni fece la sua parte. Cessate le ostilità in Lombardia, dopo la resa di Brescia, sciolta la colonna Camozzi, (sarà di nuovo a Varese nel 1859), Giacomo Gattoni non si rifugiò in Svizzera, ma corse a Roma per la strenua difesa della Repubblica Romana di Mazzini, Saffi ed Armellini dove illustri varesini caddero: Francesco Daverio, ingegnere, capo di stato maggiore di Garibaldi; Enrico Dandolo ed Emilio Morosini, entrambi bersaglieri lombardi.
Giacomo Gattoni, nella difesa di Roma, venne colpito alla testa da un proiettile francese ed il foro nel cappello con coccarda tricolore conservato nella nicchia nella galleria del Risorgimento della villa di Castello Cabiaglio ben lo testimonia. Al cappello nero con coccarda tricolore forato si aggiungono due fiaschette per la polvere da sparo, un mazzuolo di profumo massonico, una banda tricolore. Giacomo Gattoni, dato come lombardo e milanese, senza data di nascita, risulta tra i caduti ufficiali nella difesa della Repubblica romana: si presume caduto nel giugno del 1849. Lombardo e un po’ varesino, avvocato, benestante, volontario, cadde a soli ventisette anni per il sogno di libertà, giustizia, progresso sociale e unità della nazione italiana.
You must be logged in to post a comment Login