Ho scritto in data 7 luglio 2011 al Sindaco di Busto per fare proposte in merito alla Casa Custodi che versava e versa in un preoccupante stato di incuria e abbandono. Ho preso spunto dall’invito al Comune da parte degli architetti Ferrario e Spada di salvaguardare la Casa Custodi, palazzo settecentesco che si trova nel pieno del quadrilatero storico tra il centro e il quartiere e di San Michele. Enclave cadente in cui proprio si trova anche il Vicolo Clerici nel quale si è verificato un recente crollo.
Ciò premesso ho domandato al Comune cortesemente
- di accertare la condizione statica degli immobili storici e la loro proprietà;
- se vi siano ingiunzioni da muoversi ai proprietari per il mantenimento del decoro;
- di procedere ad un costante controllo sull’emergenza igienico sanitaria e sul pericolo di rovina;
- se la proprietà del comparto possa essere acquisita a patrimonio pubblico e con quale onere
- se vi sia l’interesse comunale attraverso le società partecipate a gestire le vestigia cittadine.
Ho letto che il Sindaco procederà finalmente a controllare la situazione in cui versano i pochi immobili che rappresentano la storia di Busto Arsizio.
I connotati di queste visite non mi aggradano e spiego il perché, confidando in un suo ripensamento.
Vorrei che il Sindaco prendesse atto del fatto che sia necessario non compiere iniziative personali, o solo, di palazzo ma, invece meeting attraverso i quali l’amministrazione comunale sia e diventi protagonista di una promozione dei valori cittadini volta alla loro appropriazione da parte suoi abitanti. Sarebbe, pertanto, opportuno che a seguito del Suo accertamento, venga fatto un dibattito aperto al pubblico per denunciare la fatiscenza di parte importante del costruito storico locale e per individuare le diverse possibilità di intervento pubblico per sanare questa situazione tra cui anche la sollecitazione delle risorse private. La necessità di promuovere un ruolo pubblico nuovo, attivo per poter essere il coordinatore del reperimento di finanziamenti, ritengo sia un modo necessario ed opportuno per agire costruttivamente. Si guarderà certo alle testimonianze del passato ma l’occhio sarà rivolto al futuro perseguendo quindi la loro valorizzazione ma soprattutto la possibilità che le stesse possano finalmente contribuire alla valorizzazione sociale anche in termini economici.
Arturo Bortoluzzi
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