Il progetto “taglia e privatizza” avvicina l’ippica alla deregulation della Formula Uno. Se i 42 ippodromi storici dell’horse racing diventeranno un terzo, e già tredici li avevamo persi negli ultimi dieci anni, i restanti 27 saranno liberati da ogni vincolo di concessione e con i loro ettari posizionati nelle aree migliori delle città si offriranno ai cambi di destinazione d’uso. Nel “plan” si parla apertamente di riconversione o rottamazione degli impianti. L’agenzia Snai, che controlla tre strutture più il prezioso San Siro, sta cercando un accordo con Milan e Inter per collegare lo stadio Meazza alle tribune del suo ippodromo dimezzato. I club di calcio sui 131 mila metri confinanti vogliono offrire negozi, ristoranti, poker online ai loro tifosi-clienti, le corse di trotto saranno trasferite a Torino. A Montecatini, impianto stagionale, è previsto un centro commerciale al posto dei parcheggi. L’ippodromo di Padova ha spostato le sue corse a Treviso mentre un gruppo di imprenditori nordestini, Newcom, ha offerto 18 milioni per l’acquisto di Ponte di Brenta e delle attività connesse: ristorante, hotel, piscina. Vogliono far nascere un centro dell’intrattenimento ludico per l’intero Veneto. Ancora, lo sviluppo dell’ippodromo delle Bettole da parte della Società varesina incremento corse cavalli (la casa madre è ancora Hippogroup) passa per l’abbattimento delle scuderie e un intervento di edilizia residenziale.
Roberto Gervasini
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