A Varese, in una seduta del consiglio comunale convocata per approvare il piano di “zonizzazione acustica” (alla ricerca del silenzio perduto), ha fatto gran rumore un assessore assente, l’assessore alla tutela ambientale Stefano Clerici, reo confesso di aver postato su Facebook un caloroso messaggio di sostegno al presidente siriano Assad. “Clerici deve chiedere scusa o dimettersi” ha urlato il democratico Civati. Sedato il clamore, la parola è passata all’assessore all’Urbanistica Fabio Binelli, il quale ha spiegato che il piano prevede l’attenuazione, se non l’abbattimento, dei rumori molesti con la divisione del territorio cittadino in cinque classi, ciascuno con un tetto massimo di consentita rumorosità. Il consiglio ha detto sì. Bene, ma che si fa per contrastare l’inquinamento atmosferico? L’aria è ormai irrespirabile, i disturbi e le malattie respiratorie sono all’ordine del giorno. Le grandi vie cittadine sono fiumi di polveri sottili e veleni vari. La trafficatissima Via Sanvito, tanto per fare un esempio, ospita una vera catena di distributori di carburante, ve ne sono cinque nel raggio di cinquecento metri. L’andirivieni di appestanti autobotti è pressoché quotidiano. Qui l’aria non è aria, è benzene. Lo sa anche l’ASL. Gli abitanti di condomini assediati da tre distributori reclamano da anni a voce e per iscritto. Ma le competenti autorità, ivi compreso Stefano Clerici, assessore alla tutela dell’ambiente passato alla tutela del presidente Assad, rispondono col silenzio, probabilmente in ossequio al piano antirumori.
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