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Ambiente

IL PERICOLO DEL CEMENTO SULLE BETTOLE

DANIELE ZANZI - 11/11/2011

 

“Vent’anni (!) sono passati invano”. È la sconsolante conclusione del pezzo di Ovidio Cazzola, pubblicato la scorsa settimana su RMFonline, in merito alle sagge indicazioni in tema di mobilità cittadina e di area contenute nello studio, elaborato dalla società bolognese Oikos, per il nuovo Piano regolatore di Varese. Vent’anni fa appunto. E Palazzo Estense è sempre fermo, come il palo dell’Ortica di jannacciana memoria, al ring dell’allora assessore alla viabilità (metà anni ’80), il socialista Zoppini. In mezzo il vuoto progettuale,  l’erosione costante di aree verdi, le varianti ai vincoli esistenti in cambio degli oneri di urbanizzazione, l’esproprio forzoso di vie e piazze da parte di un traffico demenziale che le amministrazioni leghiste continuano a premiare nei fatti pur dichiarandosi partigiane convinti delle pedonalizzazioni e delle zone a traffico limitato.

Mentre il tasso di vivibilità del centro cittadino subisce riduzioni costanti e il vecchio ring in alcuni tratti (via Verdi per esempio) diventa luogo di pericolose esibizioni motoristiche, arriva dalla Società Varesina Incremento Corse Cavalli, gestore dell’impianto delle Bettole, una sorta di maxiciliegia sulla torta dei tanti errori commessi. Si tratta di una proposta di “valorizzazione” dell’Ippodromo di proprietà comunale ma gestito dalla Società varesina. In buona sostanza si chiede una variante di destinazione d’uso che consenta  la costruzione di un complesso di servizi – là dove oggi c’è il prato interno alle piste – comprendente un campo di equitazione, campi di basket e di tennis, un anfiteatro per concerti, palestre,un centro commerciale, bar, ristoranti e un parcheggio interrato per cinquecento vetture. Strutture che diverrebbero di proprietà del Comune in cambio di un massiccio intervento di edilizia residenziale negli spazi (diecimila metri quadri) attualmente occupati dalle vecchie scuderie strumentalmente lasciate al degrado.

Insomma se passasse questa filosofia alle spalle delle Bettole si completerebbe la cementificazione avviata con la costruzione, per i mondiali di ciclismo 2008, del triste Atahotel di sicuro destinato a lungo termine a diventare una residenza di lusso per anziani. E l’attuale prato si riempirebbe di manufatti, sia pure in gran parte a destinazione sportiva, che ne stravolgerebbero per sempre il profilo. Insomma un altro scambio improprio che il Comune, in prima battuta, sembra voler respingere al mittente forse in attesa di proposte più ragionevoli, meno invasive, compatibili con l’impareggiabile scenario offerto dal Sacro Monte e dal Campo dei Fiori. Insomma in assenza del Piano di Gestione del Territorio, sempre più un fantasma di carte, si moltiplicano gli appetiti sulla città e sulle sue aree di maggior pregio. Il partito trasversale del patto cementizio affila di nuovo le armi nel perdurante vuoto di indirizzi e scelte urbanistiche capaci di spezzare le ali della speculazione ma anche di evitare i clamorosi autogol della stessa Amministrazione come il parcheggio di Villa Augusta le cui incredibili vicende sono state molto ben illustrate su RMFonline da Daniele Zanzi.

Nella foto: l’ippodromo “delle Bettole”

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