Da quattro anni Matteo Aimetti, varesino ventitreenne, collabora con il progetto “Sarajevo” gestito dalla AGESCI. Nel periodo estivo alcuni ragazzi scout, di età compresa tra i 18 e 20 anni, partono alla volta della capitale della Bosnia Erzegovina per attivare campi di conoscenza e servizio a favore delle popolazioni vittime della guerra. In particolare negli ultimi due anni Matteo e altri varesini si occupano del progetto “Bosnia genti e sentieri” nella municipalità di Breza, a nord di Sarajevo.
“Le motivazioni che spingono ad andare in quei posti sono varie – racconta il giovane capo scout, che è stato anche invitato in alcune scuole a raccontare agli studenti la propria esperienza -. Innanzi tutto la passione per la montagna, a cui si aggiunge il fatto che, nonostante la recente guerra, trovo la Bosnia un paese stupendo sia dal punto di vista paesaggistico sia per quanto riguarda ciò che la gente può offrire”.
La gente appunto: un mondo di relazioni diventate nel tempo amicizie e che rappresentano quindi una ragione in più per scegliere di vivere il periodo di vacanza e di ferie facendo del volontariato. Matteo ha anche deciso, dopo gli studi superiori, un percorso universitario in “cooperazione allo sviluppo” , assegnando pertanto al proprio futuro una prospettiva lontana da qualsiasi velleità di carriera o di riuscita professionale, nei termini strettamente economici e di riconoscimento sociale cui spesso si è abituati a riferirsi. “Gli studi che compio mi portano ad essere interessato all’evoluzione dell’area bosniaca negli ultimi decenni e ad amarne, per così dire, il destino e quindi il suo presente e gli sviluppi che ne seguiranno” prosegue Matteo, che è diventato ormai esperto della storia delle terre al di là dell’Adriatico.
E quando torna si fa testimone dell’esperienza forte di servizio presso gli amici varesini, le persone che incontra e che non si chiedono certo perché un giovane passi le vacanze a servizio di chi ha bisogno: bastano il suo sguardo, quando ne parla, e la passione che anima i suoi racconti per capire che si tratta di avere optato per una qualità della vita ed uno stile capaci di arricchire e di coinvolgere.
Quella di Matteo è una delle tante belle storie di giovani che mettono il proprio tempo libero dal lavoro o dallo studio a disposizione degli altri, che siano situazioni di sostegno a bambini o persone nel bisogno, che siano attività di tipo educativo.
Pensiamo infatti alla grande ricchezza di molti adolescenti e giovani impegnati, dalla fine delle scuole, negli oratori parrocchiali o nei campi estivi organizzati da diversi comuni del territorio o da associazioni: presenze importanti nella costruzione di un tessuto relazionale che lega i ragazzi al territorio di appartenenza, figure di riferimento che costruiscono percorsi di crescita e di formazione, in grado di raggiungere esigenze che le istituzioni, amministrative e scolastiche, non possono coprire.
L’urgenza dell’aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto, quest’anno in Emilia e nel Mantovano e negli anni precedenti in Abruzzo, è un’ulteriore scelta che molti giovani della nostra provincia stanno compiendo, all’interno di progetti coordinati dagli scout, dalla Protezione civile e da associazioni di volontariato: l’estate, le vacanze cessano di avere il sapore del “dolce far niente” o mete esotiche. La voglia di essere dentro la realtà con la ricchezza delle proprie energie e del proprio entusiasmo è più forte dei tanti altri stimoli.
Molti sono poi i giovani che partecipano a progetti di vacanze per disabili e persone sole o in difficoltà: il mare o la montagna sono luoghi da fare vivere con gioia e serenità a chi ha maggiormente bisogno, per regalare un sorriso in più e la certezza di non essere soli a chi rischierebbe di esserlo. Anche alcune scuole inseriscono nel proprio progetto educativo il volontariato estivo come occasione di crescita e formazione della persona: centinaia di studenti sono così attivi e a servizio di scuole materne, centri assistenziali, ludoteche, campi estivi, oratori. una cultura che i ragazzi della nostra provincia respirano dalla ricca presenza delle associazioni di volontariato presenti nel territorio .
Ed è così che, appresa dai giornali locali la notizia che la Provincia di Varese accoglierà un centinaio di bambini delle famiglie terremotate per un periodo di vacanza, Alessandro, giovane papà da pochi mesi, telefona e dice semplicemente: sono disponibile a dare una mano, a chi mi rivolgo?
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