Londra è in fibrillazione e con la capitale britannica lo sono anche i 14.700 atleti (sì, avete letto bene: quattordicimilasettecento) che daranno vita all’Olimpiade numero trenta, la terza per la City londinese che ha già ospitato il festival mondiale dello sport nel 1908 e successivamente nel 1948. A livello statistico ricordiamo che soltanto gli Stati Uniti possono vantare più edizioni dei Giochi della metropoli inglese: ben quattro, ma ospitate in tre città differenti, a St. Louis nel 1904, a Los Angeles nel 1932 e poi nel 1984, infine ad Atlanta nel 1996.
La stragrande maggioranza degli atleti sono già sbarcati a Londra e hanno preso possesso, assieme alle varie delegazioni, dei loro alloggi fra i 17.320 posti letto ricavati nei 3.300 nuovi appartamenti messi a disposizione degli organizzatori per questa edizione dell’Olimpiade che nelle intenzioni promette di essere sostenibile ed ecologica, dunque senza il gigantismo e gli sprechi che hanno caratterizzato molte delle ultime edizioni, quella di Pechino 2008 in particolare. Ma i conti, su questo fronte, si faranno alla fine. Così come quelli sulla sicurezza e sull’organizzazione, già criticate da giornali e televisioni. Ma il successo si profila clamoroso per London 2012: già prima del via oltre otto milioni di biglietti sono stati venduti e sport come basket, nuoto e atletica sono vicinissimi al tutto esaurito. Le medaglie in palio sono 959. L’Italia, parole di Gianni Petrucci, capo del Coni, punta a 25 podi: una stima forse prudente. Potremmo magari passare le trenta, anche se la recentissima rinuncia ad Antonietta Di Martino (salto in alto) ci lascia una sola speranza (Schwatzer, marcia) da medaglia. Vedremo.
Intanto grazie ai moderni mezzi di comunicazione (i cosiddetti social network: Twitter e Facebook) abbiamo anche già potuto entrare nel Villaggio, rompendo un tabù storico, visto che soltanto gli atleti e gli accompagnatori delle varie delegazioni nazionali possono vivere l’atmosfera magica e di miscuglio culturale ed etnico (detto in inglese: melting pot) che un’esperienza del genere offre ai protagonisti dei Giochi. Per gli azzurri invece è già scattato il silenzio olimpico, come l’hanno chiamato gli atleti che nei giorni scorsi, con non poca nostalgia, hanno inserito messaggi sui propri profili per annunciare ad amici e sostenitori che fino alla conclusione della rassegna londinese non potranno più affacciarsi né su Twitter né su Facebook. Il Coni, al pari di molti altri comitati Olimpici nazionali per la verità, ha infatti obbligato i partecipanti alla rassegna di Londra a firmare l’obbligo di non effettuare commenti né inserire foto ad argomento Giochi. I video poi sono vietatissimi. Pena una multa salatissima, da ben centomila euro. Si capisce bene perché è già scattato il silenzio olimpico, che a noi pare una censura olimpica bella e buona. Davvero assurda in un mondo che è connesso a 360 gradi e in ogni istante delle nostre giornate. Ma tant’è, questa è la regola e gli azzurri l’hanno, obtorto collo, dovuta accettare, pena l’esclusione dalla rappresentativa.
Ma grazie ad atleti un po’ di tutto il mondo abbiamo comunque potuto sbirciare nelle stanze personalizzate con peluche di ogni genere, foto di fidanzati, mamme, papà, nonne. Perché ogni atleta cerca sempre di portarsi un pezzo della propria storia con sé al villaggio, per sentirsi a casa, anche se la loro vita dal 27 luglio al 12 agosto, sarà tutta in funzione dell’ottenimento di un risultato inseguito con caparbietà, abnegazione, sacrificio negli ultimi quattro lunghissimi anni.
Nell’elenco dei 292 azzurri in gara a Londra e diramato dal Coni, Varese ha una sua bella e nutrita rappresentanza. La nostra provincia infatti vanta la presenza di undici protagonisti nati e cresciuti all’ombra del Sacro Monte o dintorni: è il 3,76% della pattuglia azzurra. A Pechino erano soltanto sei: c’è stato un più che discreto progresso, non poco per un’area abitata da ottocentomila anime. Le ragazze sono in maggioranza (sette contro quattro uomini) e non certo perché ci sono le quote rosa da rispettare: più semplicemente perché le donne, sovente, sono più brave e grintose dei maschi, nello sport come nella vita. E la pattuglia varesina al femminile, sulla carta, vanta anche le maggiori possibilità di medaglia.
Cominciamo da due pallavoliste di Albizzate come Lucia Bosetti, 23 anni nata a Tradate e la sorella Caterina, 18, pure lei nata a Tradate e novità dell’ultima ora nella Nazionale del CT Barbolini. L’Italvolley al femminile dopo aver conquistato nel 2011 la Coppa del Mondo ha talento e motivazioni per inserirsi nella lotta fra titani, vale a dire Stati Uniti, Brasile e Cina. Caterina, la più giovane delle due, è diventata titolare da poche settimane e potrebbe essere la gran sorpresa del torneo di pallavolo che vede lei e la sorella (quasi una veterana a soli 23 anni) debuttanti ai Giochi. Il primo impegno per le ragazze di Albizzate sarà il 28 luglio alle 17.45 contro la Repubblica Dominicana.
La ginnasta Romina Laurito, nata a Gallarate 25 anni fa, debutta all’Olimpiade per l’Aeronautica dopo aver conquistato tre titoli mondiali consecutivi nel concorso generale a squadre di ritmica, una di quelle discipline che gli italiani scoprono ogni quattro anni, appunto quando ci sono i Giochi e se c’è qualcosa da festeggiare. Altrimenti sono sacrifici terribili (anche otto ore di allenamento quotidiano) e tanto silenzio (sui media) per uno sport dove è sufficiente un piccolo errore per mandare in fumo il lavoro di quattro anni di una squadra. L’Italia della ritmica allenata da Emanuela Maccarani è favorita per l’oro. Merito di un lavoro in profondità iniziato anni addietro e che meriterebbe la giusta consacrazione. Senza dimenticare che in questa disciplina, come nella ginnastica, entrano in gioco anche i voti delle giurie: e sovente abbiamo assistito a veri e propri scandali nelle votazioni. Incrociamo le dita e dal 9 agosto tifiamo in diretta TV (ore 13) per la nostra stella.
Sempre nella ginnastica, ma in quella artistica, abbiamo un’altra debuttante: parliamo di Elisabetta Preziosa, 20 anni a settembre, pure lei nata a Tradate, che sarà impegnata nel concorso generale a squadre. Tesserata per l’Esercito, si è meritata la convocazione grazie ad una crescita costante, irresistibile. Il viaggio a Londra rappresenta per lei un grande traguardo e un’esperienza fantastica. Specialista della trave, debutterà con la squadra azzurra il 29 luglio alle 10.30. È un volto noto a giovani e giovanissimi visto che è protagonista su MTV del programma “Ginnaste – Vite parallele”. Da non perdere.
Nel nuoto Varese ha una sola rappresentante: è Michela Guzzetti, nata anche lei a Tradate. La cislaghese è alla prima partecipazione ai Giochi: il 29 aprile ha compiuto 20 anni. La sua specialità sono i 100 rana e la 4×100 mista: ha conquistato il pass per Londra all’ultimo momento e intende stupire anche alla rassegna inglese. Seguitela al debutto il 29 luglio alle 12.30 nelle qualificazioni dei 100 rana.
Sara Bertolasi, 24 anni, è l’unica azzurra a partecipare ai Giochi nel canottaggio: ovviamente assieme a Claudia Wurzel, sua compagna sul “due senza”. Nata a Busto Arsizio (dove abita), è cresciuta alla Canottieri Varese e adesso voga per la società Lario assieme appunto alla Wurzel. Esordiente all’Olimpiade. La prima uscita londinese sarà il 28 luglio alle 10.30 nelle qualificazioni del due senza.
Chiudiamo la carrellata al femminile della partecipazione varesina ai Giochi di Londra con una veterana: parliamo di Noemi Cantele, 31 anni compiuti il 17 luglio, per la terza volta selezionata nella squadra di ciclismo. L’arcisatese affronterà la gara dell’individuale in linea e anche la cronometro. Gareggerà il 29 luglio (ore 13) per l’individuale e l’1 agosto (13.20) nella crono. A detta sua e degli addetti ai lavori il percorso non le si addice. Ma Noemi vanta una lunga esperienza internazionale, non soltanto ai Giochi: il talento non le manca e potrebbe inserirsi nelle fasi giuste della gara in linea. Sarà la grande sorpresa? Di sicuro le spetta di diritto il ruolo di portabandiera varesina in campo femminile vista l’età e l’esperienza all’Olimpiade.
E veniamo ai quattro uomini che ci rappresentano a Londra e che in Gran Bretagna potrebbero suggellare una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. Cominciamo con Elia Luini, 33 anni compiuti il 23 giugno che per la quarta volta è al via di una rassegna olimpica nel canottaggio. L’atleta di Voltorre, già argento nel 2000 a Sidney e vincitore di quattro titoli mondiali, 15 titoli italiani e di tre coppe del mondo, è uno degli specialisti più forti al mondo nel due di coppia pesi leggeri. Insegue l’oro nonostante un cambio di equipaggio proprio nelle settimane conclusive della preparazione: Lorenzo Bertini, il suo abituale compagno, ha dovuto rinunciare per il mal di schiena. Il suo posto è stato preso da Pietro Ruta con il quale Luini ha completato la preparazione proprio alla Schiranna. I due scenderanno in acqua il 29 luglio alle 11.50. Si meritano il tifo di una provincia e dell’Italia.
Esperto e già medagliato (un argento individuale e un bronzo a squadre ai Giochi) il gallaratese Michele Frangilli partecipa per la terza volta ai Giochi. Dopo aver fallito la qualificazione a Pechino 2008, a 36 anni l’arciere gallaratese dell’Aeronautica dai nervi d’acciaio e dalla mira infallibile insegue il sogno dell’oro olimpico, la consacrazione massima per un atleta. Parteciperà sia alla gara individuale sia a quella a squadre, cercando l’acuto in entrambe le specialità. Sarà in gara dal 27 luglio per le qualificazioni dell’individuale (ore 10). Come Luini è l’uomo esperto che può regalare a Varese un sogno olimpico.
Torniamo al canottaggio per parlare di Pierpaolo Frattini, 28 enne di Varese, che in extremis è stato inserito nella squadra azzurra per Londra sul 4 di coppia: come Luini ha iniziato a remare alla Schiranna mentre ora voga per l’Aniene ed è allenato da Giovanni Suarez. Suoi compagni di regata saranno i portacolori delle Fiamme Gialle Matteo Stefanini, Francesco Fossi e Simone Raineri. Decisivo il bronzo conquistato dai quattro a Monaco nell’ultima prova di Coppa del Mondo, ad inizio luglio. Alla seconda partecipazione ai Giochi (fu settimo nell’otto ad Atene, non qualificato per Pechino), Frattini al rientro olimpico può rappresentare la grande sorpresa con il 4 di coppia. Iridato nel due con, specialità non più olimpica, ha saputo rilanciarsi alla grande.
Per ultimo abbiamo lasciato un varesotto… per caso: parliamo di Alessandro Fei, 34 anni a novembre. L’azzurro della pallavolo è infatti nato casualmente nella nostra provincia, per la precisione a Saronno dove la mamma aveva deciso di partorire perché nel locale ospedale lavorava un medico suo amico. Fei, poi cresciuto sportivamente in Toscana, è alla quarta Olimpiade dove ha già vinto l’argento nel 2004 e il bronzo nel 2000. Faccia simpatica, ha esperienza da vendere. Debutterà con gli azzurri il 29 luglio alle 21 affrontando la Polonia.
I PARALIMPICI – I loro Giochi apriranno dopo la conclusione di quelli riservati ai normodotati e dunque le squadre azzurre non sono state ancora definite in toto. Ma anche in questa importante rassegna olimpica non mancheranno gli atleti della nostra provincia. Sicuri della qualificazione sono il veterano Fabrizio Macchi (ciclismo), i nuotatori Federico Morlacchi e Fabrizio Sottile, il timoniere del canottaggio Alessandro Franzetti. Ma non disperano di staccare il biglietto per Londra anche Arianna Talamona (nuoto) e Nicola Damiano (basket).
A tutti i nostri campioni un colossale in bocca al lupo, con la speranza di poterli applaudire al rientro a Malpensa con qualcosa di speciale e magico al collo. Ma per loro applausi anche se resteranno giù dal podio: già partecipare ai Giochi è una gran cosa. Se non ci credete, fatevelo spiegare da Ottavio Missoni, presente a Londra 1948 nei 110 ostacoli e da tempo varesino d’adozione.
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