Il Mediterraneo è un mare grande e molto frequentato. È probabile che qualcuno abbia visto il barcone in balia delle onde e non sia intervenuto. L’ “omissione di soccorso” è un reato, ci ricorda sdegnata Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Nessun radar l’ha segnalato, nessun aereo lo ha visto, nessuna nave lo ha notato, nessun peschereccio lo ha accostato, nessuno dei mezzi di pattugliamento Frontex si è accorto di quella barcaccia e del carico umano che si portava addosso.
Cinquantaquattro (54) donne, uomini e bambini in fuga dalla violenza e dalla miseria da quell’Africa che noi per secoli abbiamo saccheggiato e distrutto, incendiato e stuprato, assassinato e impiccato, rendendola oggi il Continente che è in mano ancora a dittatori e fascisti, ladri e mercanti d’armi, sfruttatori di beni che non sono nostri.
Noi non abbiamo visto niente. Vediamo e applaudiamo ciò che vogliamo, i camerieri televisivi e le veline sculettanti, i calciatori che investono 1,5 milioni di euro in una “centrale delle scommesse” spacciandolo per un affare immobiliare e i figli dei baroni universitari che, attraverso gazzettieri compiacenti, hanno l’ardire di affermare che si “meritano” il posto del padre tuttora ben saldo alla cabina di comando da cui dipendono, in parte, le sorti ospedaliere.
Vediamo quello che ci piace. Se non ci piace voltiamo la faccia dall’altra parte, tentenniamo, polemizziamo. Il “Celeste” piazza un listone di super candidati alla Regione e deve rispondere all’accusa di falsificazione delle firme? Chi se ne frega. Viva l’Italia. La sindachessa leghista di Laveno Mombello non paga per anni e anni la tassa sui rifiuti e, scoperta con le mani nel sacco, s’affretta a versare il dovuto con mora e interessi al “suo” Comune (euro 1152,78 dal 2004) e, garrula, ci fa sapere che aveva affidato il compito ad un’amica che si è dimenticata! (già morosa all’epoca della candidatura, la signora, dovrebbe essere mandata a casa, prima che dalla vergogna che pare non possegga, dal Prefetto della Repubblica in base all’articolo 63 del decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, Testo Unico delle Leggi sull’ordinamento degli Enti Locali che impedisce la candidatura di persona in debito con il proprio Comune).
Il barcone, ad un passo dalle coste italiane (le abbiamo intraviste, dice ora l’unico superstite) è stato spinto dal vento verso il nord Africa da cui era partito e tutti i passeggeri sono morti di sete. Disidratati dopo 15 giorni pre-agonici, inghiottiti dal Canale di Sicilia perché non avevano con sé neppure una bottiglia d’acqua per non appesantire il barcone (sempre il sopravvissuto a riferirlo, ora ricoverato all’ospedale di Zarzis in Tunisia).
L’omissione di soccorso denunciata dalla Boldrini non ha al momento avuto eco istituzionale: nessuna inchiesta è stata avviata né dalla Procura della Repubblica di Agrigento né dalla magistratura tunisina. E dal momento che omettere il soccorso in mare è violazione di una legge atavica per quale ragione regna il silenzio davanti a quel carico di morte?
Archiviato il governo Berlusconi, morto il rais Gheddafi, se la politica dei respingimenti fortemente avallata dal ministro dell’Interno Maroni (“è roba mia”, aveva detto orgoglioso) ha mostrato la corda (ed è un bene), dall’altra, il controllo sui mari, è molto probabile, abbia denunciato forti limiti per un disinteresse verso la sponda sud dell’Europa, segnatamente per quanto riguarda il soccorso in mare. “L’accordo Italia-Libia prevedeva – ha commentato la Boldrini – che coloro che venivano intercettati in alto mare, anche se non libico, fosse portato a Tripoli. Nel 2011 questa politica non è stata messa in atto e negli ultimi mesi i respingimenti sono stati molti di meno e solo verso la Tunisia. Questo é senz’altro un dato positivo”.
Sul tema dolente e oggettivamente inaccettabile, sono intervenuti Rita Borsellino che in una interrogazione alla Commissione Europea ha chiesto di “attivare in tempi rapidi azioni di cooperazione internazionale da parte dell’Europa per assicurare il rispetto dei diritti umani” e il Vescovo di Mazara Domenico Mogavero, esempio di carità concreta e non verbale, che ha chiesto al ministro per la Cooperazione Riccardi “di fare più attenzione e prestare più riguardo alla dignità delle persone”.
Proprio giorni fa il Tribunale Amministrativo di Stoccarda ha accolto il ricorso di una famiglia palestinese, maltrattata, una volta giunta in Italia in quell’inferno che sono i campi di identificazione, per poi emigrare in Germania. La sentenza consentirà ai ricorrenti di non vedere più per loro fortuna il Bel Paese a cui sarebbero comunque stati destinati. Hanno scritto i giudici tedeschi che il trattamento loro riservato in Italia era stato “inumano e mortificante” in linea con altri giudicati della stessa natura emessi in passato dai Tribunali amministrativi di Friburgo, Luneburg, Dusseldorf, Augusta, Magdeburgo, ecc. ecc..
La tragedia dei 54 morti in mare dimostra che regna indifferenza. Chi si avventura in questo mare, disperato, corre incontro alla morte. Chi può aver visto senza intervenire?
Boldrini è chiara: “Non unità militari o civili dei governi rivieraschi, piuttosto privati, navi cargo, pescherecci. In passato chi è intervenuto per salvare dei naufraghi è andato incontro a seri problemi, a volta anche ad azioni giudiziarie oppure ha dovuto attendere diversi giorni in rada per aver l’ok allo sbarco. E per questa gente sono giorni di lavoro persi”.
Non sempre per fortuna va così. Giorni fa un equipaggio di una motovedetta della Guardia di Finanza italiana ha intercettato a 60 miglia a sud di Capo Passero un gommone con 50 immigrati probabilmente in arrivo dalla Libia. Sono stati tutti salvati, uomini, donne e una bimba di tre anni.
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