Poeti, scrittori, musicisti, artisti, nei secoli hanno dedicato la loro attenzione anche agli uccellini, delicata, romantica espressione della natura; lo hanno fatto anche perché era un’attenzione condivisa dalla gente comune, pure attratta da cinguettii e concerti e voli di creature gentili, inoffensive.
In una città immersa nel verde come la nostra cara Varese, la presenza di diverse varietà dei piccoli volatili era una perfetta compagnia per l’uomo. Con il tempo a passeri, fringuelli, codirossi, usignoli e quant’altre specie si aggiunsero i merli: la campagna e il bosco, sempre più trascurati dall’uomo, non offrivano tanto comodo cibo al pari dell’area urbana. Ai merli seguirono gazze, storni e corvi, ovvero volatili anche predatori, dunque nocivi per i “colleghi” di altra specie.
Non so in quale misura questi prepotenti abbiano inciso nelle restanti aree cittadine, ma per quanto riguarda colle Campigli e buona parte di Masnago con i suoi declivi verso il lago si può parlare di fuga e massacri degli uccellini a opera soprattutto di gazze e corvi che calano di buon mattino sulla zona.
Il problema non è grosso e con tutti quelli che hanno oggi le istituzioni, spesso coinvolte a vanvera in vicende che meriterebbero una maggiore informazione da parte dei cittadini prima di contestare, di certo non lo metto sul tappeto, lo segnalo come piccolo sintomo e con un pizzico di malinconia per un mondo che sta ancora sacrificando troppo a danno dell’ambiente e di riflesso della salute dell’uomo.
Già, perché dietro storni, gazze e corvi “cittadini” ci sono l’abbandono di aree un tempo coltivate, la presenza di strutture in qualche misura inquinanti e l’ automobile che vive e si moltiplica trascinandosi appresso un grande mare di cemento che bene non fa a un territorio che vede ridursi sempre più il patrimonio verde. Patrimonio o meglio tesoro che tra l’altro non riesce a risolvere annosi problemi e a ridurre pressioni storiche sulla città in tema di accessibilità in genere o in relazione a salvaguardia e gestione degli spazi interni, sempre e comunque pensati in funzione della massima ospitalità alle auto nel piccolo centro cittadino.
Non posso dire che ci sono altri tipi di corvi in città perché l’era leghista li ha tenuti alla larga e al massimo ha ribaltato, come dice un mio caro amico avvocato, una tradizione, ma è un fatto che gli odierni corvi attivi in natura, soprattutto quando volano in formazione, qualche brivido lo danno a chi ama gli uccellini. Forse anche qualche brivido c’è pure per chi ricorda lo squadrismo.
Chi è invece attento alla tradizione ricorda, come mi ha detto l’avvocato, i tempi in cui erano i padroni a dare i soldi agli autisti, mentre oggi sono gli autisti a darli ai padroni.
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