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Urbi et Orbi

EUPALLA

PAOLO CREMONESI - 11/04/2025

shareConfesso: il calcio non mi ha mai appassionato. Né come (disastroso) praticante, né come tifoso. E questo uno che da 44 anni vive a Roma lo paga precludendosi almeno il settanta per cento dei discorsi che si fanno al bar, sull’autobus, tra amici. Secondo i maligni la mancata appartenenza a una cordata romanista o laziale, potrebbe avere anche pesanti ripercussioni sul lavoro. Ma questo mi sento di escluderlo, perché comunque ho portato a termine un’ottima carriera professionale senza disquisire di Totti o Chinaglia.

Recentemente però ho vissuto un incontro ravvicinato con le gesta di Eupalla (per dirla con Gianni Brera) grazie ad una opera di solidarietà. Fondazione Lazio 1900 e S.S. Lazio infatti sono scese in campo per bambini e famiglie in difficoltà varando una iniziativa che coniuga tifo sportivo a impegno nel sociale. Con il Patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma e insieme al Banco Alimentare di Roma e Lazio, alla Croce Rossa e alla Comunità di Sant’Egidio, la squadra biancoceleste ha dato vita al progetto “Share the Good”, per rifornire i magazzini delle tre associazioni con beni di prima necessità.

Il piano si sviluppa su due filoni: la raccolta di alimenti all’Olimpico in occasione delle partite di campionato e la “spesa sospesa” presso alcuni supermercati aderenti. I tifosi vengono sensibilizzati attraverso video proiettati allo stadio o tramite le numerose radio locali calcistiche della capitale.

Come Banco Alimentare abbiamo così allestito un punto raccolta all’ingresso della Tribuna Tevere e della curva Nord dove i tifosi possono donare alimenti ben conservati, come tonno e carne in scatola, pasta e riso, prodotti per l’infanzia, latte a lunga conservazione, legumi e pelati in scatola con data di scadenza lontana.

Il gesto è partecipato più di quanto si possa immaginare. Focosi curvaroli ma anche insospettabili professionisti dismettono per un attimo gli abiti dell’“ultras” per presentarsi al banchetto con le borse della spesa portate da casa allo stadio. I più simpatici sono i nuclei familiari con tifosi in erba al seguito che porgono fieri il pacco di pasta o le scatole di tonno. In molti ringraziano dell’iniziativa.

Si rafforza cosi’ una solidarietà che contribuisce ad affrancare la passione per la propria squadra del cuore da quei fenomeni di estremismo e violenza a cui le cronache ci hanno abituato.

Proprio in questo filone si inserisce la scomparsa di suor Paola, al secolo Rita D’Auria, che il popolo biancoceleste ha pianto in questi giorni. Personaggio popolarissimo nella capitale, 77 anni, appartenente alla congregazione delle Suore Scolastiche francescane di Cristo Re, era arrivata dalla Calabria a Roma quando ne aveva 20 anni. Diventata famosa come tifosa della Lazio grazie alle sue ospitate televisive e in particolare alla trasmissione “Quelli che il calcio”, ha dato vita negli anni a tante iniziative benefiche attraverso l’associazione “Solidarietà e Speranza” impegnata con giovani in difficoltà e detenuti.

«Suor Paola è stata per noi non soltanto una guida spirituale, ma un autentico esempio di amore e generosità, sempre pronta a tendere una mano verso chi aveva bisogno» ha commentato il presidente della Lazio Lotito al termine dei funerali della consacrata. «La sua dedizione, il suo sorriso luminoso e la sua instancabile energia verso i più fragili – ha proseguito – hanno ispirato generazioni. Non era soltanto una tifosa, ma il simbolo vivo di una comunità che sa essere solidale e accogliente, che sa guardare oltre ogni differenza per unire tutti in un abbraccio fraterno». All’uscita dalla chiesa a Ponte Milvio fumogeni e palloncini bianco-celesti liberati al cielo da tanti tifosi, hanno accompagnato Suor Paola nel suo nuovo viaggio.

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