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Cultura

L’ARTE COME PANE

LUISA NEGRI - 11/04/2025

Settantacinque anni sono un bel traguardo e arrivarci non è solo questione di fortuna.

A volte si tratta soprattutto di merito.

È il caso del Premio Nazionale Arti visive Città di Gallarate -oggi Premio Gallarate, presieduto da Giovanni Orsini, che vide la luce con la sua prima mostra nel 1950. E portò, anno dopo anno, nel 1966, alla nascita della Civica Galleria d’Arte Moderna.

Dal 2010 è realtà l’imponente edificio del MA*GA. Si tratta di un luogo di rilevanza internazionale per importanti eventi d’arte e di attività culturale, come sottolineato sempre con orgoglio dal suo presidente Mario Lainati e dal sindaco Andrea Cassani.

Proprio qui si festeggia dunque un lungo percorso, espresso nella rassegna Atto Unico, Premio Gallarate 1950-2025 – curata dal direttore Emma Zanella e da Alessandro Castiglioni – in corso dal 13 aprile fino al 5 ottobre 2025.

È fondamentale occasione per avvicinarsi al museo, conoscerne da vicino molte tra le tantissime opere accolte al Ma*GA negli anni : ben 841 derivanti solo dal Premio, tra dipinti, sculture, disegni, grafiche fotografie, oggetti di design. Sono frutto, esempio, racconto puntuale di movimenti, di lavori e di artisti che hanno incrociato i loro talenti in un territorio caratterizzato da fantasia e manualità creativa.

Si potranno incontrare, in uno sperimentale riallestimento -oltre alle ultime acquisizioni nell’ambito del PAC 2024 promosso dal Ministero della Cultura – i lavori di noti artisti: da Carlo Carrà a Emilio Vedova Mario Radice, Atanasio Soldati, Afro Basaldella, a Emilio Scanavino, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Emilio Isgrò, Enrico Baj e Gianni Colombo a Carol Rama, Gianfranco Barochello, Luigi Ontani, Franco Vaccari, Irma Blank e Mirella Bentivoglio.

E di altri ancora, entrati in quel ‘libro d’arte costituito di opere e non di parole’. Così Silvio Zanella, fondatore del Premio, anima e direttore per anni della Gam, chiamava la sua creatura. Accanto alle opere sono in mostra anche documenti d’archivio, fotografie inedite, affondi critici.

Per tornare alla prima mostra, in un dopoguerra carico di attese, ci si proponeva di offrire un vasto panorama della situazione dell’arte italiana. L’evento fece molto parlare di sé: suscitando dibattiti, incontri, addirittura polemiche.

Sempre Zanella scrisse, ricordando quel fondamentale incipit: “La città rimase scioccata: l’iniziativa raccolse unanimi consensi ma la presenza di poche opere della nuova avanguardia, il post cubismo e l’astrattismo- circa il 10 per cento delle 262 opere esposte- polarizzò l’attenzione dei cittadini ed esercitò su di una parte di essi un effetto tanto dirompente da generare interminabili polemiche che dalla sala della mostra dilagarono nei caffè, nelle case, nelle associazioni e persino in consiglio comunale, con la presentazione di interpellanze e mozioni di protesta per lo spreco di denaro pubblico per l’acquisto di tali opere. Proprio quelle che oggi costituiscono il vanto di questo museo. Che è diverso da tutti gli altri musei perché può raccontare, con le sue opere -raccolte da un Premio all’altro- l’intera rassegna delle correnti dell’arte contemporanea italiana, dagli anni Trenta fino all’oggi”.

 Lo stesso faceva notare – questa volta a chi scrive, in un’intervista per la rivista Tracce (gennaio-febbraio 1997, edizioni Lativa)- che la Civica era nata non su donazione, ma dalla volontà dei fondatori del Premio, e con l’aiuto di tanti amici.

Un patrimonio culturale come questo, dove l’imprenditoria è ben presente, ha il suo peso. Non dimentichiamoci di ditte che operano nel campo della moda, dei tessuti, delle oreficerie. L’arte è più che mai nella nostra zona, non è un lusso, è una necessità primaria come il cibo. Un discorso che ancora oggi è più che mai valido e ben presente all’attenzione di chi al Maga si sente legato, vicino per impegno.

Ne è esempio Il patto per le arti, che imprenditori locali, operatori museali e amministratori hanno qui sottoscritto tra loro in anni recenti.

Silvio Zanella sarebbe contento di vedere oggi come sia stato raccolto il suo credo.

 “Il Premio è nato con questo intento, quello di coinvolgere la città in un discorso di attenzione e di partecipazione all’attività artistica, perché il rapporto tra arte lavoro e società sta alla base di un discorso culturale compiuto, non fine a se stesso”.

MA*GA
ATTO UNICO Premio Gallarate 1950-2025
13 aprile 2025- 5 ottobre 2025
Mostra prodotta da premio Gallarate e MA*GA con il contributo di Regione Lombardia Progetto Orizzonti in Movimento per il bando OLIMPIADI DELLA CULTURA–invito 2025-2026, iniziativa inserita nell’ambito della Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026
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