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Apologie Paradossali

ANDARÈM DA SFROS

COSTANTE PORTATADINO - 11/04/2025

Un ex contrabbandiere

Un ex contrabbandiere

(S) Qualcuno spieghi davvero questa faccenda dei dazi!

(C) Fossi matto!!

(O) Eppure è una faccenda seria, che deve avere una ragione, anche da parte di Trump, se era disposto ad accettare tutto questo sfacelo, anche in casa sua.

(C) Spero che qualcuno ne sappia più di me, finora nessuno mi ha convinto. Certo che ha pensato che questo fosse uno dei modi di adempiere al mandato elettorale, di rispondere al disagio della classe media, che in USA comprende gli operai, danneggiata da decenni di liberismo e di delocalizzazioni produttive. Così oggi torniamo indietro di decenni, a quando la bilancia dei pagamenti e non il tasso d’interesse del debito pubblico era la principale preoccupazione dei governi.

(S) C’è un nesso, insieme alla merce importi il lavoro che l’ha prodotta e ne hai di meno da offrire al tuo mercato del lavoro. Non necessariamente il protezionismo è di destra. I paesi comunisti, quando erano comunisti davvero e applicavano la teoria economica della pianificazione, erano molto protezionisti. Potevi commerciare solo con l’autorizzazione del loro governo, che veniva data se complessivamente il valore degli scambi andava in pareggio.

(O) Questa di Trump è una specie di economia di guerra, fredda tra alleati, un po’ caldina col nemico per eccellenza, la Cina.

(C) Preferisco pensare ai dazi e alle dogane di casa nostra, agli spalloni che “van de sfros” tra boschi e rocce sulle montagne di casa nostra, del comasco e dell’Ossola, in fondo era un mestiere, anche ingrato per la maggioranza, a guadagnare davvero erano i pochi trafficanti che se ne stavano al calduccio a casa loro.

(O) E i dazi interni? Ho sentito parlare di cinte daziarie, vedo a Varese la via Dazio vecchio, a Milani i caselli daziari, costruzioni anche pregevoli, sulla circonvallazione interna. A che cosa serviva tutto questo armamentario?

(C) A tassare. A recuperare pochi soldini per i comuni, che allora ‘godevano di autonomia finanziaria’, ricevevano poche risorse dallo Stato e dovevano arrangiarsi a procurarsi i mezzi per qualche necessità straordinaria o per sviluppare le loro strutture. Ovviamente i dazi erano anche un freno ai consumi, eccetto quelli veramente di prima necessità, secondo una mentalità antica, ovviamente consolidata nel tempo della guerra.

(S) Si era passati dalla borsa nera all’evasione fiscale, dalla trasgressione odiosa di pochi a quella praticamente condivisa da molti. Non ho mai visto nulla di romantico nemmeno nella vita avventurosa del contrabbandiere, celebrata da romanzi, anche non spregevoli, ma che idealizzavano una realtà fatta invece di furbizie e di bassi compromessi. Non era dissimile da quella dei trafficanti di droga di oggi. Se verranno tassati anche prodotti di massa, gli evasori dei dazi dovranno organizzare una rete interna clandestina di distribuzione: manna per le bande di delinquenza organizzata che già esistono. E se mettiamo i controdazi in Europa, questi guai ce li portiamo in casa anche noi.

(O) Sarà ben anche per questo che cadono le quotazioni delle borse, per il rallentamento dell’economia legale e per la crescita di quella nascosta. Ma Trump, come farà a sorvegliare le sue immense frontiere, del Messico e del Canada? Non gli costerà più di quanto renderà il dazio? Hanno già provato qualcosa di simile con il proibizionismo e hanno fatto marcia indietro. Già qualcuno dice che presto Trump si pentirà e se non sarà presto, perderà le elezioni di medio termine, quindi avrà contro il parlamento.

(C) Anche da Presidente non si comporta come uno statista o un economista, in fondo nemmeno come quell’imprenditore che dice di essere.

(S) E che non lo è nemmeno Musk, nonostante abbia affascinato un giornalista economico competente e avveduto come Rampini.

(C) Infatti ambedue sono principalmente due cose: giocatori, meglio scommettitori clandestini, abituati a raddoppiare la posta quando perdono, esemplare la carriera politica di Trump e la giravolta partitica di Musk e affabulatori, capaci d’incantare il pubblico con scemeggiate (non correggetemi la m) da attori consumati. Non mi stupirebbe scoprire che hanno fatto i calcoli delle loro perdite e dei loro guadagni personali, prima di provocare il prevedibile polverone borsistico.

(O) Forse qualcuno crede nel destino iscritto nel nome, “trump” ricordo che significa “briscola”, quindi il suo portatore crede di avere sempre in mano la carta vincente. Non trovo un corrispondente per “Musk” ma mi intriga l’assonanza con “muscle”, muscolo, che potrebbe aver istillato nel portatore la convinzione di poterla vincere con la forza.

(S) Se andiamo per somiglianze trovo che “tramp” significa “vagabondo.

(O) Anche se non trovo negli statisti europei assonanze onomastiche tali da suggerire una capacità di tener teste agli americani, io penso sempre che non tutto il male viene per nuocere, che tutta la politica avventurosa di Trump spingerà l’Europa a responsabilizzarsi e a consolidarsi, anche se in questo momento sembra rischiare di dividersi.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

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