Il Campo dei Fiori è la mia meta preferita per camminare, pensare e ascoltare i miei podcast quando sono da solo.
Negli anni trascorsi dal mio volontario ritiro dalla politica attiva, l’avrò “fatto” ben più di un centinaio di volte, almeno due o tre volte al mese. Non mi stufa mai e ai miei amici dico sempre, scherzando ma non troppo, che ne conosco le zolle e le pietre.
L’ENTE PARCO
L’Ente Regionale Parco, da quel che noto, funziona bene e mi fa molto piacere. È stato istituito nel 1984, nei miei primi anni in Lombardia e l’ho sostenuto con energia. Giuseppe Guzzetti, il presidente della Regione, voleva che me ne occupassi io, di Varese: “Troverai molte critiche, ti avverto – mi diceva – Tu ascoltale ma poi vai avanti per la tua strada, io sarò al tuo fianco”.
Le difficoltà non sono state poche. All’inizio c’era un forte opposizione dei paesi compresi nel parco che temevano per il “destino” dei loro terreni edificabili. E poi c’era anche una piccola ma abbastanza potente frangia della Varese alta (Sant’Ambrogio) che aveva la stessa paura per le loro ricche proprietà. Ricordo ancora molto bene una affollatissima e rabbiosa riunione a Brinzio con persone arrivate dagli altri paesi coinvolti e, appunto, da Sant’Ambrogio.
Non ne volevano sapere e ho dovuto partecipare a molte riunioni con gli amministratori locali e con tanti semplici cittadini. Dopo qualche tempo erano ormai pronti, o rassegnati, ad accettare l’Ente Parco, ma volevano un appiglio. E così, nell’ultimo gremitissimo incontro, tirai fuori l’idea che mi sembrava piccola-piccola ma che fu decisiva. “Se avete paura che la città Varese domini il Parco e vi metta in un angolo, mi impegno a fare di Brinzio il capoluogo del Parco con la sede che resterà qui”. E così avvenne.
LE PERSONE
Avevo anche l’incoraggiamento di due importanti personalità: l’On. Giuseppe Zamberletti, nato al Sacro Monte e più volte ministro, e il prof. Salvatore Furia, siciliano, creatore e anima dell’Osservatorio Astronomico sulla Punta Paradiso. Una notte io e Zambo, come lo chiamavo confidenzialmente, siamo stati con lui a lungo per ascoltare i suoi sogni e progetti.
Un episodio mi porta ad accennare a Umberto Bossi che ho incontrato pochissime volte e con cui ho avuto un contrasto mica da ridere: lui voleva la funicolare fino al Campo dei Fiori come c’era decenni prima. Io ero contrario sostenendo la tesi che non si sarebbe mai pagata da sola e che la scelta giusta sarebbe stato lo stop definitivo della funicolare al Sacro Monte. Un giorno, nel 2008, Bossi mi chiama per riconoscermi “in buona parte il merito di un eccellente Statuto della Lombardia”, e mi dice che forse non avevo tutti i torti sulla funicolare. Felice anche di questo.
Infine un accenno alla signora Irma della “Pensione Irma”, adesso molto anziana, che ha sempre vissuto al Campo dei Fiori. L’ho incontrata un paio di settimane fa mentre camminava verso il Forte di Orino come fa quasi ogni giorno. Un ringraziamento a lei è doveroso per l’unico e gradevole ristoro della montagna varesina, salvo naturalmente il Sacro Monte.
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