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L'antennato

SABATI DI PRIMAVERA

STER - 28/03/2025

conti-defilippiPassano i mesi e le stagioni, ma il copione del sabato sera resta sempre lo stesso: da una parte la De Filippi con i suoi quattro programmi che fa ruotare su base annuale, cambiando senza cambiare, e dall’altra la Rai che schiera i suoi campioni della conduzione senza riuscire mai a scalfire davvero il dominio Mediaset.

Ora è cominciata la disfida primaverile, con “Amici” su Canale5 e “Ne vedremo delle belle” su RaiUno, con la conduzione di Carlo Conti, rientrato in servizio ordinario dopo la sbornia sanremese. Se la gara tra giovani talenti in erba, vero “romanzo di formazione” televisivo messo in piedi dalla De Filippi, è sempre un prevedibile successo, con bellocci e bellocce di talento che vengono vessati dai crudeli professori fino a sbocciare nell’aurora del successo, nel giulivo sdilinquirsi di torme di adolescenti adoranti, il format di RaiUno è un’idea originale dello stesso Conti, con il suo gruppo autorale. E qui, più che l’originalità o meno della trovata (è una gara tra vecchie showgirl in disarmo, vogliose di tornare in auge e smaniose – almeno si spera – di tirarsi i capelli e strappare le paillettes di dosso alla rivale di turno) conta il fatto che sia ormai una vera rarità l’occasione che qualche mente creativa abbia occasione di cesellare un programma e proporlo in onda, come invece era la regola fino a una ventina di anni fa, prima cioè dell’avvento dei “format”, programmi esteri d’acquisto, già rigidamente codificati e bisognosi solo di una trasposizione locale. Quello di Conti è un progetto nuovo nell’impostazione (molto meno nei contenuti, nel meccanismo e persino nella scenografia, che ricorda molto i suoi recenti “Tale&Quale” e “Ora o mai più”), che viene proposto più con l’intento di reggere alla meno peggio l’urto defilippiano che altro. La prima sfida di stagione è terminata 27 a 17 per la vedova Costanzo, è irragionevole pensare che le distanze si accorceranno nelle prossime settimane, ma almeno una cosa si può dire di questa scelta Rai di proporre un programma inedito: dalle parti di viale Mazzini avuto il coraggio di sparigliare un po’, in un panorama televisivo che affonda le sue radici in almeno due decenni or sono, se consideriamo i programmi che si succedono in prima serata nel corso della stagione tv.

Nel Gattopardo si diceva che “tutto cambi affinché niente cambi”, in tv oggi sembra più giusto dire “poco cambi, perché niente cambia”: una verità lapalissiana.

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