In un momento di enorme difficoltà per il ciclismo italiano, che assolutamente si riflette in quello varesino dopo i fasti di qualche anno fa, l’affacciarsi di un nome nuovo non può che venire accolto con enorme soddisfazione.
Filippo Turconi, noto sinora solo ai più assidui appassionati delle due ruote, è balzato all’attenzione generale sabato scorso in occasione della Milano-Sanremo vinta da un monumentale Mathieu Van der Poel davanti a Filippo Ganna e a Tadej Pogacar. Turconi, infatti, è stato uno degli otto componenti della fuga che, come ogni anno, caratterizza la classica di primavera e che stavolta è durata la bellezza di 240 chilometri.
Di norma non si dà grande importanza a questo tipo di azioni, da sempre destinate a esaurirsi quando, in avvicinamento al traguardo, entrano in scena i big che si giocano il successo. Ma chi è andato almeno qualche volta in bicicletta sa che spingere sui pedali è faticoso (scopriamo l’acqua calda…) e pedalare per 240 chilometri, cioè per più di cinque ore, a 45 di media oraria richiede una prestazione davvero notevole sul piano atletico e anche mentale. Aggiungiamo che sino a due anni fa Filippo gareggiava tra gli juniores, con un chilometraggio che non superava i 110-120 chilometri…
Ma Filippo Turconi, nato a Varese e residente da sempre a Busto Arsizio, merita la nostra attenzione, oltre che un plauso per questa bella impresa, per qualche altro buon motivo. Innanzitutto era il più giovane partecipante alla Milano-Sanremo di quest’anno, visto che compirà 20 anni solo il prossimo 20 ottobre. E poi Filippo è figlio e nipote d’arte: la mamma è Moira Tarraran, che ha gareggiato per alcune stagioni anche tra le Elite, papà Roberto è stato un buonissimo corridore sino alla categoria dei dilettanti e lo zio è Stefano Zanini, nome che non richiede molte presentazioni.
E a proposito di Zanini e di Milano-Sanremo, ci concediamo solo una piccola divagazione: la classicissima di primavera è stata sempre in cima ai pensieri del corridore di Olgiate Olona, sul podio nell’edizione del 1995 insieme con il vincitore Laurent Jalabert e Maurizio Fondriest, quarto nel 1994 e nel 1998 e quinto nel 1996 al traguardo di via Roma.
Una fuga, per quanto lunga e dispendiosa in una gara importante come la Milano-Sanremo, non può certo assicurare un destino da campione; ma Filippo Turconi possiede sicuramente qualcosa che può lasciare presagire per lui un futuro assai interessante nel mondo delle due ruote. Il suo percorso giovanile, vissuto quasi interamente con la maglia della Bustese Olonia (e a questa storica società Filippo non ha mancato di esternare gratitudine nelle sue prime interviste), rappresenta un po’ una garanzia, con una quindicina di successi (tra questi anche una Piccola Tre Valli Varesine) che hanno richiamato l’attenzione della VF Group Bardiani-CSF Faizané che già lo scorso anno lo aveva inserito nella sua formazione “professional” facendogli sottoscrivere un contratto quadriennale. Ed è stato proprio lo zio Stefano a consigliare a Filippo questa soluzione: anche lui, infatti, aveva debuttato tra i professionisti e ottenuto i primi successi con il team della famiglia Reverberi (allora si chiamava Italbonifica-Navigare). Era il 1991.
E l’impatto di Filippo con il mondo del professionismo, grazie anche a questo inserimento “morbido”, pur in età così tenera, pare essere avvenuto senza particolari traumi o sintomi di rigetto ma anzi con segnali più che incoraggianti. Le caratteristiche di Filippo sono quelle del corridore completo, che se la cava su ogni tipo di terreno, con preferenza per la salita ma dotato anche di un discreto spunto veloce. Infatti, giusto per restare in tema di Milano-Sanremo, il suo modello di corridore è Wout van Aert, il belga vincitore in via Roma nel 2020.
Che cosa attende adesso Filippo Turconi? Per lui si prospetta soprattutto la partecipazione al Giro d’Italia under 23, in programma dal 15 al 22 giugno, e le gare a cui prenderà parte in questi tre mesi, a cavallo tra professionisti e under 23, saranno finalizzate a questo obiettivo. Sempre “dosandolo” con sapienza come è avvenuto sinora.
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