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Pensare il Futuro

DAL BASSO

MARIO AGOSTINELLI - 21/03/2025

anni70Nell’attuale fase storica di grande spaesamento, la narrazione mainstream dimentica come le generazioni degli anni ’70 fossero tese ad un miglioramento dal basso delle condizioni popolari e del mondo del lavoro. È utile ricordarlo oggi, quando la regressione dei diritti trova una complicità al governo, che cinquanta anni addietro aveva invece basi di massa con i due partiti – PCI e DC – uno all’opposizione e l’altro al governo in un clima di grande partecipazione sociale.

Vale qui la pena di ricordare i risultati della mobilitazione di allora – quando c’erano due partiti di massa (PCI e DC), uno al governo e uno all’opposizione in un clima di grande partecipazione sociale – elencando le grandi riforme in Italia degli anni ’70:

Legge n.281 Istituzione delle Regioni a statuto ordinario.

Legge 1970 n.300 Statuto dei diritti dei lavoratori: diritti sindacali, libertà e dignità sul lavoro, tutela dai licenziamenti ingiusti. Legge 1970 n.898 Divorzio: il matrimonio non è più un vincolo a vita, ma una libera scelta.

Legge 1971 n.1044: Istituzione degli asili nido pubblici per i bambini da 0 a 3 anni.

Legge 1971 n.1204 Tutela delle lavoratrici madri: permessi per maternità, divieto di licenziamento in gravidanza.

Legge 1971 n.820 Istituzione scuola a tempo pieno: più ore di scuola, più attività, più maestre.

Legge 1972 n.772 Obiezione di coscienza: chi non vuole impugnare le armi non finisce più nel carcere militare, ma può fare il servizio civile.

Legge 1973 n.877 Tutela del lavoro a domicilio: da nocività, discriminazioni, super sfruttamento.

Legge 1974 DPR 416 et al “Decreti delegati” sulla democrazia nella scuola: partecipazione e diritti di studenti, insegnanti, genitori.

Legge 1975 n.161 Nuovo diritto di famiglia: non più un capofamiglia padre padrone, ma pari diritti e doveri per uomini e donne.

Legge 1975 n.405 Nascono i consultori: salute, maternità, contraccezione, sessualità consapevole.

Legge n.354 Riforma penitenziaria: umanizzazione della pena, lavoro, formazione, permessi. Legge 1975 n.685 Prevenzione, cura e riabilitazione della tossicodipendenza.

Legge 1976 n.319 Legge Merli: tutela delle acque dall’inquinamento.

Legge 1977 n.903 Legge di parità fra uomini e donne sul lavoro: parità salariale, non discriminazione, ecc.

Legge 1978 n.833 Riforma sanitaria: non più “casse mutue” per categorie, ma servizio sanitario nazionale per tutti.

Legge 1978 n.194 L’aborto non è più reato, non si muore più per aborto clandestino.

Legge 1978 n.180 Legge “Basaglia”: chiusura dei manicomi, assistenza territoriale, dignità delle persone con problemi mentali.

Legge 1978 n.392 “Equo canone”: il canone di affitto non può superare determinati limiti.

Mentre scrivo nell’anniversario del rapimento e dell’uccisione di Moro, vorrei ricordare come la grande estensione della pace in Europa nel dopoguerra avesse dato fiato ad una stagione di avanzamento della democrazia sociale oggi messa in discussione dall’azzardato riarmo deciso dai vertici UE.

Oltre le manifestazioni di Roma del 15 Marzo, che esprimono forti tensioni e palesano domande inevase, occorre a mio parere raccogliere il bisogno di continuare nella civilizzazione dei cittadini scompaginati dagli eventi più nefasti. Abbandonare e superare il vincolo e l’economia di guerra è una necessità difficile da praticare, ma indispensabile per un futuro pregiudicato altrimenti dalle grandi emergenze del clima, del nucleare, dell’ingiustizia sempre più galoppante. Forse il disastro attuale sta proprio nel non riconoscere gli errori del progressivo abbandono degli ultimi per un predominio di pochi.

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