L’obiettivo è ambizioso e per questo il successo può essere solo frutto di un ampio sforzo comune. Immaginate la possibilità di mettere a disposizione ciò che è ancora utilizzabile ma non vi serve più, magari perché state cambiando l’arredo di casa o la cucina, oppure vestiti che non sapete più dove mettere nell’armadio, o magari volete prestare quell’apparecchio o elettroutensile che avete scoperto che utilizzate solo un paio di mezze giornate l’anno. O semplicemente avete tempo e competenze che potete offrire, Oppure ancora di avere voi bisogno di tutto questo. D’ora in avanti, tutto questo sarà possibile e avrà un unto d’incontro a Varese grazie alla realizzazione del “Centro del Riuso – Banco di Comunità”. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dall’assessora all’ambiente e all’economia circolare Nicoletta San Martino, con la collaborazione di altre realtà profondamente radicate sul territorio come la Cooperativa San Luigi, che si prende in carico persone in condizioni di fragilità / disabilità, nonché di enti come Vesti Solidale e Rete CAUTO, la struttura bresciana che opera nel ricircolo delle risorse ambientali e della valorizzazione sociale del riuso. Proprio CAUTO fornisce il “modello operativo” di questa nuova realtà varesina.
La “base operativa” è già stata allestita, in un’area appositamente dedicata della piattaforma ecologica in zona Belforte. Sotto un ampio porticato grazie ai grandi contenitori blu immediatamente visibili, opera il centro di stoccaggio per queste iniziativa che riunisce elementi di sostenibilità ambientale, economia circolare (“Banco di Comunità” è appunto il servizio di sharing economy di Rete CAUTO) e, non meno importanti, possibilità di impiego per persone disabili e fragili. La collocazione presso la Piattaforma Ecologica, anche se in seguito altre basi logistico-operative potranno aggiungersi, non è casuale: “molti portano alla discarica oggetti che hanno ancora un valore e un’utilità semplicemente perché non sanno che altro farne. Ora questa possibilità c’è”, ha detto il sindaco Davide Galimberti, intervenuto alla presentazione dell’iniziativa.
Come funziona il tutto? Chi vuole disfarsi di qualche bene utile che ritiene di non usare più, potrà conferirlo: L’oggetto verrà valutato ma non “monetizzato”: gli verranno assegnati dei punti, chiamati “FIL” o “Felicità Interna Lorda” e i partecipanti al sistema potranno accumulare FIL da scambiare con altri beni secondo un “tariffario” che esprime il “valore d’uso” in luogo del “valore di mercato”.
Un meccanismo analogo è previsto per il prestito di attrezzature o lo scambio di “tempo” (“non vogliamo sostituirci a imbianchini, idraulici o giardinieri, ma magari essere quelli che danno una mano se c’è da svuotare una cantina o pulire un solaio”, è stato precisato). Anche associazioni del terzo settore e gli stessi Servizi Sociali del Comun potranno in tal modo essere prevedibilmente interfacciarsi con questa rete. L’impresa Sangalli (che cura il servizio di raccolta rifiuti a Varese) fornisce il suo supporto logistico-operativo nell’ambito degli incarichi che le sono propri in virtù del contratto vigente con il Comune di Varese. Naturalmente chi vorrà potrà anche donare il proprio bene o tempo e in questo caso i “punti” (i Fil) saranno assegnati alle iniziative sociali, così da mantenere il carattere circolare dell’iniziativa. Tra i beni conferibili ci saranno anche alimenti e libri.
Oltre ai singoli cittadini, anche aziende ed Enti possono partecipare al “circuito”, che sarà gestito attraverso una piattaforma informatica che permetterà di monitorare flussi e scambi e naturalmente di provvedere alle registrazioni dei partecipanti, perché solo al loro interno è prevista la possibilità di “scambio solidale”, mentre non è possibile scambiare prestazioni di tipo continuativo e, naturalmente, di denaro.
Per Varese si tratta di una nuova sfida che, la sottolineato l’assessora San Marino “valorizza il bene che qui c’è e può crescere” e, sottolinea don Marco Casale, che a Varese è il punto di riferimento del volontariato e dello sforzo della Caritas ambrosiana, “non è solo un canale per il riuso, ma una forma di condivisione nonché di valorizzazione per le persone fragili”. Si può essere ottimisti? Le esperienze già attive dicono di sì: in pochi anni, come spiega Roberto Ranghetti, rappresentante di CAUTO, questa “rete di reti” è cresciuta dalla sua base di Brescia ad altre realtà come Verona, dove gli iscritti sono attualmente 600, ed altri centri come Iseo, per giungere agli oltre mille di Rovato. C’è spazio per il bene e per le persone di buona volontà. E a proposito di “spazio”: in una città come Varese non manca l’impegno di tanti a sostegno di chi ha necessitò, ma diventa sempre più imperativo e urgente trovare spazi adeguati per dare una risposta dignitosa tanto al bisogno e quanto all’impegno.
Per informazioni: Cooperativa San Luigi Onlus
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