Ci sono reazioni che non ti aspetti e questo vale anche per attività che riguardano gli impegni presi da una Amministrazione comunale come la nostra di Varese.
Sabato 15 marzo la sensazione che ho avuto è stata di meraviglia e di preoccupazione.
Mi spiego meglio. Qualche settimana fa la Società Insubrica di Cardiologia, nella persona del Dott. Ivan Caico, mi aveva chiesto il patrocinio per una iniziativa di prevenzione denominata “Oggi pensiamo al tuo cuore”. In sostanza si voleva proporre alla popolazione una serie di esami, gratuiti, atti a individuare eventuali fattori di rischio cardiovascolare o aritmie cardiache.
Al dott. Caico abbiamo messo a disposizione la sede attuale dei Servizi Sociali, Villa Augusta e questo per due motivi.
Il primo. Vogliamo che villa Augusta con il suo bel parco non sia solo il luogo dove gli uffici si aprono alle 8 del mattino e chiudono alle 17,30. Vogliamo che sia uno “spazio” a servizio del quartiere e dei cittadini, cittadini che così rientrano in possesso di un’area che deve essere vissuta con attività anche diverse da quelle istituzionali.
Secondo motivo, molto più concreto: l’Assessorato dei Servizi Sociali ha una ampia sala di attesa, ben strutturata e con posti a sedere, in più ci sono una serie di box a disposizione per ricevere le persone.
Ebbene: sabato mattina quando ho aperto i cancelli (mezzora prima dell’ora ufficiale), ho trovato già 40 persone in attesa. Nel corso della giornata si sono presentate a Villa Augusta 200 persone per lo screening. L’ultima ha avuto i suoi esiti alle ore 18, l’età di chi ha partecipato andava dai 19 agli 85 anni e tutte appartenevano a ceti diversi.
Quindi meraviglia e preoccupazione. Meraviglia per una iniziativa così riuscita, preoccupazione per i numeri e la conseguente riflessione sullo stato della nostra sanità pubblica ed il suo rapporto con i cittadini. Se una iniziativa totalmente gratuita e svolta grazie al volontariato di medici, infermiere e specializzandi ha portato ai Servizi Sociali, non solo 200 persone, cittadini del quartiere o di Varese, ma anche gente da Sesto Calende, Tradate, Turate, Ternate e questo solo per citare alcuni Comuni, allora la nostra Sanità pubblica ha un problema e forse anche più di uno.
C’è un problema di liste di attesa, c’è un problema di costi per chi non può rivolgersi al privato e c’è un bisogno di prevenzione non soddisfatto.
Insomma, io credo che quello che è accaduto sabato sia, da un lato, la conferma di una capacità da parte della nostra Amministrazione di intercettare il bisogno dei cittadini, o quanto meno di interpretarlo, ma, dall’altro lato, un segnale dell’attuale stato di difficoltà della sanità pubblica del nostro Paese ed in particolare dell’affaticamento di quella lombarda.
Qualcuno, prosaicamente, ha definito “puttanate” le ragioni del declassamento della Sanità lombarda da parte del Ministero della Sanità (Ministero retto dalla stessa maggioranza politica che governa la Lombardia – sic -). Forse sarebbe opportuna una riflessione maggiore a Roma come a Milano al riguardo, anche alla luce di segnali come questo che ho descritto. Chiudo e penso di farlo anche a nome di chi si è presentato sabato, ringraziando ancora tutti coloro che hanno reso possibile la bella giornata e cioè i dottori Calveri, Parravicini, Castiglioni e Caico e mi scuso con chi non ho avuto modo di individuare a partire da altri medici che si sono messi a disposizione così come i diversi specializzandi che si sono succeduti nell’arco dell’intera giornata.
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