Un lento e costante miglioramento degli ascolti sta caratterizzando l’ultima stagione del pomeriggio di Raidue: la rete cadetta dell’azienda di Stato è stata per anni come eclissata dalle proposte di altre reti, avendo perso già da tempo la sua caratteristica di rete giovane Rai e non riuscendo a trovare proposte valide per i talk show serali che un tempo l’avevano contraddistinta (basti pensare ad esempio all’epopea di Santoro). La crisi degli ascolti aveva coinvolto un po’ tutto il palinsesto giornaliero del 2, ma appunto da quest’anno si assiste a una netta ripresa, grazie a tre programmi a lunghissima serialità che stanno dando grandi soddisfazioni agli addetti ai lavori.
Il palinsesto pomeridiano si apre con il programma di cronaca condotto da Milo Infante “Ore14”, una rubrica tutta dedicata ai casi di cronaca nera più dibattuti di questi anni, trattati con un salotto di ospiti fissi che chiacchierano di delitti sanguinosi con il piglio di un club di amici che si ritrova per il tè pomeridiano. È una formula che piace molto: il programma spesso riesce a ottenere oltre 1 milione di ascoltatori, sfruttando un tema che costa poco, rende molto e soprattutto giovandosi dell’assoluta mancanza di competitor sugli stessi temi in onda contemporaneamente.
A seguire, alle 15:30, comincia “BellaMà”, il programma di Pierluigi Diaco che raccoglie e rielabora l’eredità di diversi programmi: una sorta di varietà pomeridiano con tanto di corpo di ballo, cantanti, pubblico che vota e un format abbastanza elastico da contenere in sé le teche Rai, i quiz, i balletti, le interviste di cuore e un costante recupero di quella memoria televisiva collettiva che passa attraverso le vecchie canzoni del passato riscoperte e i volti noti dimenticati. Da un certo punto di vista ricorda i programmi di Paolo Limiti di 25 anni fa: il tentativo di Diaco è quello di attualizzare la nostalgia proponendo un programma che – almeno a livello estetico – è costruito sui giovani che ballano, che ridono, che fanno il coro. Certo l’effetto è spesso straniante ma dati d’ascolto alla mano, al pubblico piace.
Alle 17 è poi la volta del programma “La porta magica” condotto da Andrea Delogu; anche in questo caso si tratta di un filone tematico già aperto da anni, quello delle “trasformazioni”: c’è chi vuole cambiare look, chi vuole cambiare modo di porsi nella vita, chi vuole fare una sorpresa a un amico o un parente, chi vuole imparare a fare qualcosa di nuovo, che sia un ballo o un piatto della tradizione. Grande spazio viene dato all’intervista conoscitiva del protagonista prima della trasformazione, creando un’empatia che poi accompagna il pubblico all’esito finale, cioè appunto al cambio che si è voluta ottenere grazie all’aiuto di coach ed esperti. Un programma godibile, condotto da una rivelazione di questi anni televisivi: Andrea Delogu, già vista all’opera con profitto nella conduzione di programmi musicali. Con questo titolo Delogu entra nelle case con toni diversi, dimostrando di possedere una notevole capacità di empatizzare con l’ospite, mantenendo un ritmo sostenuto e un costante buon umore; il pubblico è dunque cresciuto nei mesi, consolidando una proposta televisiva godibile.
Il filo conduttore che lega la buona affermazione di questi tre programmi del pomeriggio di Raidue è la lunga percorrenza, che ha consentito di aggiustare il tiro e migliorare in corsa il prodotto; se la TV è essenzialmente abitudine, come sosteneva Maurizio Costanzo, per il pubblico trovare degli appuntamenti fissi che durano un’intera stagione televisiva è certamente un elemento che dà sicurezza e crea affezione e fedeltà. Nei tempi che viviamo c’è bisogno di certezze, anche piccole.
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