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Urbi et Orbi

TRA ASSENZA E PREGHIERA

PAOLO CREMONESI - 14/03/2025

giubileoQuelnon dimenticatevi di pregare per me” con cui Papa Francesco ama concludere ogni suo intervento, Angelus o udienza che sia, si concretizza in queste settimane nel Rosario recitato tutte le sere in Piazza San Pietro o in aula Nervi.

 Dal 24 Febbraio scorso infatti, sotto la guida del Segretario di Stato Parolin, un popolo di fedeli romani, pellegrini del Giubileo, suore e sacerdoti, ma anche passanti occasionali, si raduna seguendo in presenza o sui maxi-schermi la preghiera per invocare da Maria la grazia della guarigione del Santo Padre.

È la gente-gente, come amava definirla lo scrittore e drammaturgo Giovani Testori, ignorata dai media e sbirciata a malavoglia dai sociologi, che irrompe sul palcoscenico della storia con quella certezza disarmante che nasce dalla consapevolezza che ogni cosa è dono e che, come tale, ha bisogno di essere domandata.

La preghiera, della durata di tre quarti d’ora circa e guidata a turno da un cardinale della Curia romana (sono già una ventina i nomi avvicendatisi), è un segno concreto di quella “Sinodalità” su cui Papa Francesco ha speso molte energie come sottolineava la scorsa settimana proprio su Rmf un articolo di Costante Portatadino.

Il Giubileo senza Papa” infatti (per parafrasare il titolo di un profetico romanzo di un altro varesino Guido Morselli) ha sconvolto le pigre abitudini curiali romane, costringendo i cardinali ad una rapida assunzione di responsabilità che forse non si sarebbero mai immaginati. Ad esempio in occasione del Giubileo degli Artisti la Santa Messa è stata celebrata dal cardinale José Tolentino mentre quella del Giubileo dei Diaconi è stata affidata a Monsignor Rino Fisichella. Stessa sorte per il mondo del volontariato che ha visto la scorsa settimana radunarsi in piazza San Pietro decine di migliaia di operatori per ricordare il ruolo svolto dalle organizzazioni no-profit, dalle Ong, dagli assistenti sociali e da chiunque si impegni come volontario nelle associazioni a favore della comunità. Anche qui la celebrazione liturgica è stata guidata dal cardinale Michael Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, che ha letto l’omelia preparata da Papa Francesco per l’evento.

Per il resto si naviga a vista. Sono stati già quattro gli Angelus “saltati” in presenza e diffusi solo con testo scritto mentre risultano cancellate per ora le due udienze, quella tradizionale del mercoledì e quella speciale del sabato. Ma all’orizzonte già urgono importanti appuntamenti come il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità (5 e 6 Aprile) ed il Giubileo degli adolescenti (25-27 Aprile) che culminerà con la beatificazione di Carlo Acutis. Sullo sfondo gli impegnativi riti del Triduo Pasquale che prevedono l’arrivo a Roma di decine di migliaia di pellegrini. Di viaggi (compreso quello in Turchia previsto per Maggio) nessuno parla più.

Rimane dunque la domanda: qualora Papa Francesco venga dimesso nei prossimi giorni, sarà in grado di far fronte a tutti questi impegni?

Nessuno in Vaticano azzarda previsioni sulla durata del quarto ricovero di Bergoglio. Si avverte pero’ la consapevolezza che le cose non saranno più come prima e che ci sarà, in ogni caso, un prima e un dopo 14 febbraio. Così quella Sinodalita tanto auspicata dal Pontefice trova il suo primo importante banco di prova proprio nella gestione del Giubileo della Speranza.

Intanto la continua preghiera del popolo romano sale verso il cielo. Anche all’ospedale Gemelli, davanti alla grande statua che ricorda le lunghe degenze di San Giovanni Paolo II, fedeli e passanti lasciano candele fiori e tanti disegni di bambini che vengono regolarmente recapitati al Santo Padre. Quel “pregate per me” a cui forse ci eravamo stancamente abituati, continua incessante la sua battaglia.

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