Da tempo continuavo a ripetere che l’Europa deve smetterla con la demagogia e deve invece prendere atto della realtà lavorando sì per un mondo più pulito, ma dove però tutti facciano la propria parte o c’è il rischio di una vera emarginazione europea e della morte della nostra industria, soprattutto quella automobilistica perchè l’auto “green” nonostante tanti incentivi non “tira”.
Finalmente la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha dovuto ammetterlo, soprattutto perché messa contro il muro dai suoi padroni tedeschi della CDU/CSU, preoccupatissimi per la crisi industriale e con la destra di AfD che raccoglie consensi.
Così, nel caos politico generale per l’Ucraina e dintorni, è costretta ora anche ad una tardiva retromarcia sulle questioni ambientali, ovviamente senza ammetterlo apertamente, ma anzi con il sorriso sulle labbra.
C’è però poco da sorridere: la Von der Leyen ha capito che rischia di rimanere a piedi e senza sponsor continuando così, e che se l’Europa vuol restare a fare la mosca cocchiera nel campo delle emissioni o coinvolge tutto il mondo o l’industria europea rischia il fallimento.
Di qui necessità e virtù, con l’annuncio di un primo rallentamento generale sugli obiettivi da raggiungere in campo CO2, cui probabilmente seguiranno altre progressive retromarce in ordine sparso.
All’annuncio subito i titoli automobilistici europei sono schizzati in alto in tutte le borse, con sorrisi e sospironi di chi – come il ministro italiano Adolfo Urso – questo cambiamento di passo lo chiedeva da tempo e che infatti plaude alla nuova strategia che «Salva l’industria auto europea, con la Commissione che dà ragione all’Italia».
C’è da chiedersi perché si sia atteso tanto a decidere, quando praticamente tutto il continente chiedeva da tempo maggiore elasticità, vista anche la dipendenza europea dall’estero sia nel campo delle batterie che dei pannelli solari o i semiconduttori e che soprattutto perché nel 94% del pianeta se ne fregano di cosa decide l’Europa inquinando (purtroppo) peggio di prima.
A proposito: quando si comincia concretamente con il nucleare? Perché dopo le chiacchiere teoriche vedrete che appena si cercherò di aprire una nuova centrale cominceranno le polemiche: provare per credere!
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