(S) La parola della settimana è riarmo.
(O) E mi dispiace! Già mi dispiace quello vero, di cui capisco poco la necessità, mi dispiace altrettanto che si usi questa parola anche in senso metaforico, per indicare ogni tipo di atteso miglioramento. Riarmo digitale, morale, culturale, psicologico….
(C) Il fascino della parola in una specifica circostanza diventa il suo potere. Oso ricordare che l’origine e la natura del linguaggio è ancora uno dei problemi veramente irrisolti della scienza. Per quanto si siano affaticati da Darwin in poi, generazione di evoluzionisti fino a Chomsky hanno provato a identificarne l’organo e il percorso evolutivo, rimanendone alla fine scornati. Dal suono, che rimane un semplice segno, al significato c’è un salto che separa, per ora insuperabilmente, istinto e ragione. Ma non è su questo pur importante tema che voglio intrattenervi, ma proprio prendendo spunto dalla sequela di significati indicata da Onirio che voglio rivendicare la necessaria presenza di un valore ultimo di riferimento per tutti questi possibili ambiti, compreso proprio quello militare, che sembrerebbe dare il senso originale. Questo valore è una forza di natura spirituale. Ciò che ha portato l’Europa al punto di dover decidere un riarmo militare è stato prima di tutto un disarmo spirituale, un rilassamento della coscienza morale. Però non userei la parola ‘riarmo’ per indicare questa ripresa di capacità di giudizio etico, tanto meno per gli ambiti estranei a quello della difesa. Non la voglio usare nemmeno per il campo militare, per cui parlerei di adeguamento della capacità di difesa e di dissuasione.
(S) Sono costretto a segnalare un punto debole, debolissimo e praticamente non rinforzabile: la sproporzione enorme in campo nucleare, una volta che gli USA non accettassero più di impegnare la loro capacità di dissuasione a beneficio degli alleati europei. La capacità di dissuasione che verrebbe offerta dalla Francia è decisamente sproporzionata rispetto alla potenza russa. Quella britannica è maggiore ma sempre, direi, inadeguata ad essere veramente dissuasiva … ma in ogni caso stiamo parlando di Stati democratici, con un’opinione pubblica già oggi divisa sul tema e domani magari ancora più debole, difficilmente disposta a rischiare in proprio per la difesa comune europea.
(O) Siamo arrivati al punto: più l’Europa appare divisa e debole, meno gli Usa collaboreranno in tema di difesa e anche in economia. E meno ci sarà collaborazione, più l’Europa e a maggior ragione ogni singolo Stato s’indebolirà. Questo è il motivo un po’ nascosto per cui il progetto di “riarmo”, come è stato motivato e presentato rischia d’indebolire, anziché rafforzare la politica, la difesa e l’economia europea. Arriva troppo tardi se guardiamo agli scorsi decenni, troppo presto se guardiamo agli ultimi mesi. Un progetto militare non ha senso se non corrisponde ad un progetto politico, che a sua volta può fondarsi solo su una almeno tendenziale unità culturale/spirituale, spontaneamente vissuta dalla maggioranza del popolo.
(C) Parecchi mesi fa, poco dopo l’indizione del Giubileo della speranza, accennavamo alle radici religiose e culturali dell’Europa, ancora vitali ad est come a ovest della cortina di ferro, quarant’anni fa, nel pieno della guerra fredda, della crisi degli euromissili, della crisi dell’Afghanistan. Oggi questo richiamo non solo è ancora attuale, ma è estensibile anche alla Russia, intesa come quel popolo e quella civiltà colta scaturita, guarda caso, dalla conversione di Vladimiro (diciamolo all’italiana per non far torto a nessuno) principe di Kiev/Kijv.
(S) Quindi secondo te se ci sarà un riarmo non servirà a niente o farà danno?
(C) Sinceramente non lo so, non mi esibisco in profezie. Penso anzi che fosse necessario da tempo, come fu necessario superare l’ideologia del “meglio rossi che morti”, per bilanciare con gli euromissili la minaccia degli SS.20 sovietici. Ma dobbiamo almeno essere consapevoli che non si dovrà rifare sul Dniepr quel confine che una volta era sull’Elba. Anzi, nella ricerca di complessi equilibri multipolari, in Medio Oriente, in Africa, a Suez e a Panama, per non parlare del Mar della Cina, occorrerà disporre di forze d’intervento davvero EUROPEE che siano in grado d’incutere rispetto anche per la loro forza.
(O) Solo equilibrio? La pace è un’utopia?
(C) La pace è una speranza di armonia, l’equilibrio è la contingente e faticosa ma necessaria, ma non sufficiente, condizione.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante
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