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Editoriale

PRIMEREAR

MASSIMO LODI - 14/03/2025

zuppiMuoversi invece di star fermi. Partecipare con saggezza, non appartarsi nell’indifferenza. Profondere generosità di popolo rimuovendo gli egoismi individuali. Il presidente della Cei richiama alla mobilitazione delle coscienze, dato il momento di sofferenza politica. Di ambasce sociali. Di tragedia bellica che non finisce. Di strapiombo economico che va incupendosi.

Baruffe nazionalistiche da sedare, spirito europeo da riaccendere. Nel mondo tirano i venti del dispotismo golden age e bisogna trovare riparo, mantenere la rotta della nave cristiana, proseguire verso l’unica meta possibile, concreta, sperabile: la convivenza delle civiltà.

Se il cardinale Matteo Zucchi parla così, significa che valuta al collasso la situazione internazionale. Dunque lancia più che un allarme: lancia un appello. Recuperando il linguaggio bergogliano, ora che il Papa è quasi silenziato dalla malattia. Non è il tempo di balconear, di stare alla finestra, ma il tempo di primerear, di giocare d’anticipo. Bruciando sul tempo quelli che ci vogliono disilludere, ingannare, mettere nella condizione d’esiziale inferiorità. Per questo auspica il recupero in chiave Ue della Camaldoli d’ottanta e più anni fa, quando fu scritto il codice strategico che avrebbe innescato la Democrazia cristiana. E cioè la discesa in campo dei cattolici. E quindi il contributo fattivo alla rinascita del Paese, assieme ad altri partiti di diversa estrazione ideologica.

Ora a scendere in campo sono chiamate le forze politiche europee persuase: 1) delle ragioni unitarie; 2) d’un nuovo progetto di collaborazione/simbiosi fra Stati; 3) della necessità di corrispondere alla visione evangelica del pragmatismo virtuoso. Io do a te e tu dai a me. L’aiuto reciproco, il solidarismo fra idee e persone di differente pensiero/cultura. La corresponsabilità in una naturale missione d’alleanza fra eguali contro i sostenitori del principio opposto, che conduce alla spaccatura fra chi comanda e chi obbedisce.

Se la vera fede è “in uscita” -il contrario di quell’assistere passivi chiamato balconear- la presenza nella società è “in entrata”, ovvero il primerear, un muoversi astuto che prevenga le mosse degli obiettori a libertà, democrazia, diritti. Messaggio chiaro alle istituzioni cui tocca assumersi incombenze epocali, e alle quali va prestato soccorso, morale e pratico. Altro che minarne l’impegno nel passaggio più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale. Se Francesco potesse, suggerirebbe di dare ascolto al chamuyo, il linguaggio di Dio, un parlare alla coscienza che è di tutti, credenti e non credenti, e che Zuppi ha voluto laicamente evocare con un preciso disegno. L’architettura della pace: qualcosa cui ci si dedica sporcandosi le mani con nitore d’ispirazione.

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